Valle Caudina: la chiamavano cucina povera

Redazione
Valle Caudina: la chiamavano cucina povera

La chiamavano cucina povera, cucina contadina, ma oggi non c’è neanche un grande chef che non vi attinga e la riproponga, rivisitata e corretta. Non solo, sempre loro “gli stellati” sono i massimi profeti dei prodotti a chilometro zero, che per la gente caudina, ma per tutte le società contadine, per secoli e secoli sono stati l’unico sostentamento.
E proprio durante l’estate c’era una vera e propria apoteosi del chilometro zero, esaltato dalla fantasia che avevano le massaie e che si cerca di riscoprire perché è un patrimonio da non perdere assolutamente. La generosità dell’orto, che esplodeva d’estate, trovava delle vestali premurose, che sapevano trasformare dei semplici ortaggi, in piatti succulenti per alimentare marito e figli che si spaccavano la schiena nei campi.
Chi ha inventato queste ricette meriterebbe un monumento eppure saranno per sempre sconosciute. Pensate, una zucchina è solo una zucchina, eppure, trattata con mani sapienti, aggiungendo solo sale, olio, aglio ed una goccia di aceto diventa una sontuosa pietanza.
Messa in mezzo al pane, nella pausa di mezzogiorno, ammorbidiva anche il pane più duro, regalando gusto e nuovo vigore. E che dire delle melanzane? La parmigiana meriterebbe un trattato filosofico tra etica ed estetica, ma pensate alla fantasia di quella donna che ha inventato le melanzane imbottite, un modo sicuro per far mangiare anche le bucce, quelle più amare e si può dire la stessa cosa delle melanzane a funghetto. Non erano e non lo sono tutt’oggi, certamente, di secondo piano i peperoni, che possono essere cucinati e gustati in centomila modi. E, sempre in questo periodo, c’era una zuppa buonissima per gustare tutti questi ortaggi, il suo nome è cianfotta.
Da questo piccolo elenco abbiano tenuto fuori pomodori e patate perché il loro utilizzo è noto a tutti. Ma tutto questo dimostra come in cucina, forse, è stato già tutto inventato e quanto sia importante la riscoperta delle tradizioni. Ed, infine, bisognerebbe promuovere la coltivazione di piccoli orti proprio per esaltare questi prodotti che la natura ci regala. (Immagine da web)

P. V.