Valle Caudina, Al via il processo al “giaguaro”

Redazione
Valle Caudina, Al via il processo al “giaguaro”
Agnese Moro al primo incontro del centro giustizia riparativa di Avellino

Oggi, innanzi alla settima sezione del Tribunale di Napoli, presieduto dalla dott.ss Rosa Romano, è iniziato il processo al boss Gennaro Pagnozzi, veterano dei camorristi campani.
È accusato in concorso con suo fratello Paolo e con i suoi nipoti di aver posto in essere ben 13 episodi di usura ai danni di persone nel napoletano, prevalentemente nella zona di Ponticelli.
Stamane la direzione distrettuale antimafia ha formulato le richieste di prova ivi compreso l’acquisizione di numerose sentenze irrevocabili che sanciscono la esistenza di questo clan sin dal 1990, con base logistica in valle caudina ma operativo in tutta la regione come dimostra tale inchiesta.
Nel corso dell’udienza è sta anche conferito incarico al perito dott. D’Angelo affinchè proceda alle trascrizioni delle intercettazioni dimostrative dei rapporti di usura. Sul punto la difesa del “giaguaro” ha preannunziato la nomina di un consulente di parte .
L’impostazione accusatoria finora ha retto: l’ordinanza di custodia cautelare emessa nella prima decade di gennaio dello scorso anno fu infatti confermata dal Tribunale del riesame.
L’udienza è proseguita con l’esame del luogotenente Colella Nunzio, in forza al comando provinciale dei C.C. di Avellino, che ha sintetizzato la genesi e lo sviluppo delle indagini che portarono per l’ennesima volta alla cattura dell’anziano boss, processato decine e decine di volte, senza, pero, mai subire condanne significative.
Una su tutte, la sua assoluzione dal famoso processo “Spartacus”; allora alla sbarra vi era il gotha della camorra (conclusosi con condanne pesantissime che hanno decretato la fine del clan dei casalesi), ed il Tribunale di S. Maria C.V. sposò la tesi dell’avvocato Dario Vannetiello: Pagnozzi meritava di essere assolto non perché non fosse un camorrista, ma perché non vi fosse la prova di aver fatto accordi con il clan dei casalesi, opponendosi all’ingresso di Francesco Schiavone e “soci” nelle province di Benevento ed Avellino.
La prossima udienza è fissata per il giorno 17 febbraio, giorno in cui verranno sentite le persone offese.

Ra.Ci.