Valle Caudina: Allerta meteo e poi? E poi si resta soli…
L’anticipo di autunno, che stiamo vivendo in questa seconda metà del mese di agosto, impone una riflessione seria anche perché le nostre comunità hanno conosciuto lutto e distruzione proprio a causa di sciagurati eventi meteorologici.
Rispetto a venti anni fa, le cose sono cambiate e, per certi versi migliorate.
La regione Campania, attraverso la protezione civile, monitora le condizioni del tempo e lancia allarmi, rispetto all’intensità dei fenomeni che si verificano. Ma poi? Poi tutto è lasciato sulle spalle dei sindaci che non hanno strutture adeguate di supporto. Conosciamo tutti i nuclei di protezione civile comunali. Si tratta di volontari che prestano la loro opera in modo encomiabile, ma non hanno le adeguate strutture ed i mezzi per agire, seriamente, in caso di pericolo.
Di recente, la giunta regionale ha dotato quasi tutti i nuclei comunali di un modulo multifunzionale, ma si tratta solo di una sorta di fuoristrada. C’è da aggiungere che i comuni hanno sempre meno personale ed in caso di disastro o di sciagura, tranne i primissimi interventi, devono attendere l’arrivo dei vigili del fuoco, sempre pronti, o le altre forze dell’emergenza.
A questo bisogna aggiungere un capitolo ancora più spinoso. Stiamo parlando della messa in sicurezza del territorio. Sono, infatti, gli smottamenti improvvisi e le frane a procurare morte e distruzione. Ma, anche da questo punto di vista, i sindaci sono soli, maledettamente soli. I bilanci comunali non hanno fondi adeguati; possono fare, con tante difficoltà, l’ordinaria amministrazione, figuriamoci interventi straordinari. I fondi dovrebbero arrivare dalla Regione, dallo Stato e dall’Europa. Si parla sempre di priorità per quanto riguarda il dissesto del territorio, ma non si fa mai nulla di concreto per arginare il fenomeno. Così, dalla centrale della protezione civile regionale, viene diramato l’allarme e poi si resta soli e si salvi chi può!
Maria Luisa Landi