Valle Caudina, all’opera il servizio antincendio della Comunità Montana del Taburno

Redazione
Valle Caudina, all’opera il servizio antincendio della Comunità Montana del Taburno

Valle Caudina. I piccoli focolai, nel giro di pochissimi minuti, possono diventare dei grandi incendi che distruggono tutto. Intervenire in modo tempestivo è l’unico modo per impedire che il fuoco distrugga un patrimonio naturale di grande importanza e metta in pericolo anche i centri abitati.
Ed è quello che si prefigge il servizio antincendio della comunità montana del Taburno, che da questa mattina è operativo. Neanche il tempo di far partire il servizio e già arrivate diverse chiamate. Il massiccio del Taburno brucia e se non ci fossero le squadre antincendio dell’ente montano, la catastrofe ambientale sarebbe dietro l’angolo. Eppure, nonostante gli accorati appelli del presidente Carmine Montella, dalla Regione non è arrivato neanche un euro per dei lavoratori che non percepiscono uno stipendio da più di un anno.
E si deve solo alla loro abnegazione e a quella dei funzionari se il servizio è partito. Le squadre si trovano in contrada San Vito a Frasso Telesino. Il servizio funziona dalle otto del mattino alle venti e trenta, ma se si è impegnati a spegnere un incendio non si guarda l’orario e si continua a lavorare.
La mattina, oltre all’autobotte, c’è una squadra composta di cinque persone. Nel pomeriggio, quando il rischio dei roghi si fa ancora più concreto, a causa delle temperature sempre più elevate, sono al lavoro due squadre, complessivamente dieci persone più sempre gli addetti all’autobotte.
Per chiedere l’intervento delle squadre o per segnalare qualche focolaio bisogna chiamare lo 0824/979122, c’è sempre qualcuno pronto a raccogliere la segnalazione e a dare l’allarme. Oltre alle temperature, c’è la mano assassina dell’uomo dietro questi incendi. Un forte controllo del territorio potrebbe essere essenziale.
Senza contare che il Taburno vive lo stesso paradosso del Partenio, si tratta di due territori protetti da un parco naturale regionale, ma questo solo sulla carta. In realtà, non c’è nessuno che si assume la tutela seria di queste zone ed un manipolo di uomini è costretto a fare l’impossibile per fermare il fuoco assassino.