Valle Caudina: assolta dalla corte di appello dall’accusa di aver introdotto in carcere cellulari

La donna era difesa dall'avvvocato Stefano Melisi

Redazione
Valle Caudina: assolta dalla corte di appello dall’accusa di aver introdotto in carcere cellulari

Valle Caudina: assolta dalla corte di appello dall’accusa di aver introdotto in carcere cellulari. Una svolta decisiva è arrivata dalla Corte d’Appello di Napoli nel procedimento penale che vedeva imputata Russo Raffaella di Paolisi, originariamente condannata dal Tribunale di Benevento alla pena di otto mesi di reclusione per il reato di cui all’art. 391-ter del Codice Penale, ovvero l’introduzione illecita di apparecchi di comunicazione, tra cui telefoni cellulari, all’interno della casa circondariale di Benevento.

La difesa dell’imputata, rappresentata dall’avvocato Stefano Melisi del Foro di Benevento, ha ottenuto piena soddisfazione in sede di appello, riuscendo a far valere le proprie ragioni e a dimostrare l’assenza di elementi tali da giustificare una condanna.

La Corte d’Appello di Napoli, accogliendo le argomentazioni difensive, ha ribaltato completamente la decisione di primo grado, evidenziando come la precedente sentenza del Tribunale sannita non fosse fondata su un impianto probatorio solido e coerente.

In particolare, i giudici partenopei hanno sottolineato come, in assenza di una valutazione approfondita e conforme ai principi di diritto, la condanna inflitta alla Russo non potesse essere ritenuta legittima.

Determinante, secondo la Corte, è stato proprio l’intervento critico nei confronti della motivazione del Tribunale di Benevento, il quale – secondo quanto si legge nelle motivazioni d’appello – non aveva fornito un’adeguata ricostruzione dei fatti né una sufficiente individualizzazione della condotta contestata all’imputata.

L’assoluzione in appello rappresenta dunque un’importante vittoria per l’avvocato Melisi, che ha ribadito l’importanza del rispetto delle garanzie difensive e dell’esame critico delle prove, in particolare in materia di reati legati alla sicurezza carceraria.

Raffaella Russo esce quindi scagionata da ogni addebito, con la soddisfazione di aver visto riconosciuta la propria estraneità ai fatti e la correttezza del proprio operato.