Valle Caudina: una biblioteca di diecimila libri per soli otto lettori
“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”. Marguerite Yourcenar aveva visto lungo nel suo immortale capolavoro del 1951, “Memorie di Adriano”.
In Valle Caudina, le biblioteche sono poche. Quelle pubbliche si contano sulle dita. Le private, aperte al pubblico, non esistono. Tranne una a Cervinara: la biblioteca del Caudino, un felice esperimento culturale iniziato proprio dai fondatori del nostro giornale oltre 35 anni fa. “Negli anni – ci spiega il curatore, il professore Raffaele Cioffi – abbiamo avuto sempre un traffico sostenuto: tantissime persone si abbonavano oppure venivano semplicemente a consultare i libri, a prenderli, a leggerli e poi riportarli. Ora non è più cosi”.
La biblioteca è cresciuta nel tempo grazie soprattutto alle donazioni di privati cittadini i quali hanno inteso donare alla collettività tanto sapere accumulato.
“E’ un po’ triste – continua il docente – vedere tanto ordine in questi libri. Gli abbonamenti oramai si contano sulle dita: solo otto. I presenti occasionali ancora meno. Almeno, però, continuano le donazioni tanto che a breve non sapremo dove mettere tutti questi volumi”. L’era di internet, i social, le citazioni “facili”, la scomparsa delle enciclopedie cartacee hanno reso la biblioteca un luogo “obsoleto”. La cosa che più meraviglia è che, nonostante la presenza di scuole superiori a Cervinara e nei paesi limitrofi nessun studente sia interessato ad abbonarsi. “Occhio che l’abbonamento costa 10 euro l’anno, meno di un euro al mese. Una spesa che consente di portare il libro a casa. La consultazione – evidenzia il curatore – è completamente gratis”. La biblioteca conta oltre 10mila volumi: “Dai classici latini e greci, agli italiani e ai best seller internazionali e alle produzione degli autori locali: non manca nulla”. Cosa ne sarà della biblioteca? “Finché avremo le forze – spiegano dal Caudino – continueremo a curarla e aprirla ogni giorno. I costi ci sono: l’affitto, le utenze. Noi facciamo tutto gratis ma è necessario che i libri vegano letti”. Non si capisce perché di tanto “grano” accumulato, solo pochi sentano il bisogno di cibarsene. Sarebbe importante che tutti i cittadini si riavvicinassero ai libri, riscoprissero l’emozione che sfogliare le pagine può donare. Ritrovare il piacere di imparare, di vivere mille vite per ogni singolo volume.
Sarebbe importante che la società si accorgesse dei tesori che ha a disposizione in maniera gratuita senza farli sparire ma valorizzandoli al meglio.
Angelo Vaccariello