Valle Caudina: Carlotta da Montesarchio all’Accademia di Modena con il sogno di diventare ufficiale
Domani la giovane caudina presterà solenne giuramento di fedeltà alla Repubblica

Valle Caudina: Carlotta da Montesarchio all’Accademia di Modena con il sogno di diventare ufficiale. Venerdì 7 marzo nella storica cornice del Cortile d’Onore del Palazzo Ducale di Modena, sede dell’Accademia Militare, gli Allievi Ufficiali del 206° Corso “Dignità” presteranno solenne giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana, alla presenza delle massime autorità della Difesa e del Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, Medaglia d’Oro al Valor Militare, unitamente alle Autorità civili e religiose.
L’atto solenne, avvenuto dinanzi la Bandiera dell’Istituto e suggellato con la lettura della tradizionale formula del giuramento, pronunciata dal Comandante dell’Accademia militare, Generale di Divisione Davide Scalabrin, sancirà l’ingresso a pieno titolo degli Allievi Ufficiali nei ranghi dell’Esercito Italiano e dell’Arma dei Carabinieri, per servire l’Italia e le sue istituzioni.
Il 206° corso “Dignità” è frequentato da 224 Allievi Ufficiali, dei quali 213 italiani e 11 stranieri, provenienti da sei paesi diversi; la componente femminile è pari a 52 Allieve.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming, sulle piattaforme social dell’Esercito Italiano, per consentire di condividere un atto così importante con tutti coloro che, impossibilitati a partecipare, interagiscono nella vita dei cadetti.
L’Accademia Militare di Modena, istituita il 1° gennaio del 1678 con il nome di Reale Accademia, è oggi l’Istituto di formazione militare a carattere universitario responsabile della formazione iniziale dei futuri Ufficiali d’arma e medici del ruolo normale dell’Esercito Italiano e dell’Arma dei Carabinieri, in un percorso di studi che porterà al conseguimento della laurea in scienze Strategiche, Ingegneria, Medicina e Chirurgia, Veterinaria, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Giurisprudenza.
Tra le allieve anche la caudina di Montesarchio Carlotta Palma che così presenta il suo sogno di diventare ufficiale.
Sono l’Allievo Ufficiale Carlotta Palma, sono nata in provincia di Napoli ed attualmente risiedo a Montesarchio, un paese in provincia di Benevento. Ho 21 anni, in famiglia siamo in 5: mia madre, il suo compagno e due miei fratelli.
Ho frequentato la Scuola Militare “Nunziatella” ad indirizzo scientifico e, oltre all’aspetto didattico, ho avuto modo di coltivare molteplici interessi quali la lettura, lo sport e la musica.
Come descriveresti il tuo percorso all’interno dell’Accademia Militare? Quali sono le sfide più grandi che stai affrontando?
Definisco il mio personale percorso all’interno dell’Accademia Militare tanto impegnativo quanto gratificante. È una sfida continua con me stessa, la ricerca di un progresso, non solo universitario e fisico, ma soprattutto etico-morale.
L’Accademia consente di incarnare una forma mentis impregnata di valori, una delle colonne portanti della F.A. Lo scopo di noi Allievi Ufficiali è riuscire ad interiorizzarli per poter essere un giorno degli Ufficiali degni di rivestire gli incarichi che ci verranno richiesti.
Come ti immagini tra dieci anni? Quali sono le tue aspirazioni all’interno dell’Esercito?
Mi immagino nel ruolo di Capitano, prestando servizio all’estero. In particolare, sono sempre stata affascinata dall’ambito NATO e dall’ambiente delle ambasciate che considero contesti lavorativi molto stimolanti.
Le mie principali aspirazioni sono essere un esempio per gli altri e cercare di rendere più efficiente la macchina amministrativa delle Forze Armate, riducendo la burocrazia dove possibile e rendendo i procedimenti più dinamici e funzionali.
Cosa significa per te giurare fedeltà alla Repubblica Italiana?
Giurare fedeltà alla Repubblica significa prendere maggior consapevolezza di tutto quello spettro di doveri che mirano alla difesa della Patria. Suggello di riconoscimento e di appartenenza ad un’Istituzione che ha nei valori, nell’addestramento e nella tecnologia i suoi capisaldi.
Un mondo dove le idee non hanno grado e tutti possono in egual modo partecipare al progresso della F.A.
Vieni da una famiglia con tradizione militare o sei il primo a scegliere questo percorso? Come ha reagito la tua famiglia alla decisione di intraprendere questa strada?
Ancorché si possa trasmettere a figli e nipoti la passione per questo mondo, reputo che l’essere militare non possa conciliare con una qualche tradizione familiare essendo questo il risultato di un’intima convinzione, una profonda attitudine e non un “seguire le orme”.
Nel mio percorso la mia famiglia è sempre stata promotrice di ogni mia ambizione, qualsiasi essa fosse, senza riserve o timori. Mi è sempre stata accanto sostenendomi nelle vittorie e nelle sconfitte.
Come pensi che questa esperienza ti abbia reso diverso rispetto a chi ha scelto percorsi civili di studio o lavoro?
Questo percorso ci rende diversi perché ci permette di acquisire una marcia in più. Ci insegna a lavorare sotto stress ed in condizioni avverse, a rispettare i vincoli e le risorse anche quando stringenti ed insufficienti, a ragionare, talvolta in maniera non convenzionale pur di raggiungere un determinato risultato.
Tutte situazioni nelle quali volontariamente veniamo immersi, con l’obiettivo di saper far fronte anche ai momenti più duri. Nel mondo civile questo è sporadico, per noi è la quotidianità.
È stato difficile mantenere i legami di amicizia con chi non ha scelto questa strada? Hai trovato un nuovo senso di fratellanza tra i colleghi in Accademia?
È fondamentale mantenere i legami che si coltivavano prima di intraprendere questo percorso: per me non è stato difficile perché amo le persone di cui mi circondo e poter trarre da loro insegnamenti è essenziale anche per il mio percorso di crescita. Nel contesto accademico la fratellanza è alla base di tutto, anche la più piccola unità operativa necessita di due persone ed è vitale che queste si considerino fratelli.
Cosa diresti a un ragazzo o una ragazza che sta pensando di entrare in Accademia ma ha dubbi o paure?
Direi di provare. Un dubbio ha sempre una parte di convinzione in sé, quindi perché non assecondarla. Gli direi anche che non esiste il momento giusto o sbagliato, esiste ciò che vuoi e ciò che non vuoi e che in tutti i casi si può sempre fare un passo indietro e comprendere se una strada non è la nostra.
Per la paura, questa è fondamentale, fisiologica: tutti ne abbiamo un po’ ma è la stessa che una volta superata ci permette di acquisire una nuova consapevolezza di noi stessi e di evolverci.