Valle Caudina, Cossiga a Paolisi nel libro di Menna
Si intitola Ospiti Eccellenti l’ultima fatica letteraria del giornalista beneventano, Bruno Menna. Il libro, da oggi in tutte le librerie ed in tutte le edicole, ricostruisce tutte le visite ufficiali, ed in un caso in forma privata, che i presidenti della Repubblica hanno effettuato a Benevento e nel Sannio. Una storia che prende il via nel 1950, con l’arrivo di Luigi Einaudi e termina nel 2002 con Carlo Azeglio Ciampi. Da cronista di razza, Menna fotografa in modo attento anche l’evoluzione di una città e della sua provincia. Ospiti Eccellenti riguarda anche la Valle Caudina perché una di quelle visite, con tutto il corollario di protocollo che li distingue fu fatta, con grande sorpresa, anche nella nostra terra. Stiamo parlando dell’arrivo di Francesco Cossiga a Paolisi. Era il 21 dicembre del 1991, un sabato, ed il presidente della Repubblica accettò l’invito che alcuni sindaci della zona lo avevano invitato per inaugurare, in quel di Paolisi, la chiesa di San Tommaso, ristrutturata a seguito dei danni del terremoto del 1980. L’iniziativa fu presa dall’allora sindaco di Paolisi, Umberto Principe che chiese ai suoi colleghi di Cervinara, Peppino Ricci, Rotondi, Raffaele Lanni, Forchia, Michelino Giordano, Bonea, Fortunato Votino, Bucciano, Angelo Ferrante e San Lupo, Carmine Mastrocinque, una lettera di invito all’inquilino del Quirinale. In quel tempo, Cossiga, quasi al termine del suo settennato, era diventato una scheggia impazzita del sistema partitico. Cominciò ad esternare colpendo a fondo le ingessature con le quali si sostenevano i partiti, dal dopoguerra ad oggi. Non risparmiava nessuno, neanche il suo partito, la Democrazia Cristiana. Per questa sua azione, si meritò il titolo di Picconatore ed anche un grande consenso nell’opinione pubblica. Mentre i partiti lo osteggiavano aspramente. Tra i suoi avversari anche l’ex segretario della Dc, Ciriaco De Mita che aveva favorito la sua ascesa al Quirinale. I sindaci caudini erano tutti democristiani, di rito demitiano, all’epoca era impossibile non esserlo. E così a Cossiga non parve vero di poter essere accolto come un trionfatore nel feudo del suo avversario che brigava con gli ex comunisti per metterlo in stato di accusa. E così quella visita fu accompagnata da paginate e paginate dei più importanti quotidiani e la Valle Caudina conobbe un interesse mediatico senza precedenti. Cossiga non tradì le attese. Fu ricevuto dai sindaci ma anche da Clemente Mastella, quale rappresentante del governo, allora era sottosegretario alla Difesa. Ad accompagnarlo il capo della polizia Arturo Parisi e tanti alti funzionari, tanto che Paolisi sembrò troppo piccola. Dopo la visita al comune e prima dell’inaugurazione della chiesa si fermò con i giornalisti e sparò ad alzo zero contro il leader di Nusco ed il suo sistema di potere. A raccogliere le sue parole anche il direttore di questo giornale, Alfredo Marro che volle portare con sé ed accreditare il sottoscritto, allora cronista alle prime armi. I sindaci donarono a Cossiga un piccone d’oro, ma non ci fu alcuna ribellione contro De Mita. Il libro di Bruno Menna ricostruisce anche questo episodio insieme a tutti gli altri e vale la pena leggerli anche per capire le trasformazioni politiche di questa terra del Sud.
Peppino Vaccariello