Valle Caudina: cresce la febbre azzurra
L’esordio contro il Belgio ha galvanizzato i tifosi italiani. Del resto, la Nazionale resta il grande amore di tutti, la maglia azzurra supera gli steccati e mette insieme, ad esempio, juventini e napoletani, interisti e milanisti. Non solo, compie il miracolo di far appassionare al calcio anche le persone più compassate. Ed allora, oggi a partire dalle 15.00, tutti a soffrire con i ragazzi di Conte che affrontano gli svedesi del totem Zlatan Ibrahimovic.
In tutti i comuni della Valle Caudina, si attende il fischio di inizio di una gara che ci potrebbe, in caso di vittoria, catapultare nel secondo turno degli Europei, quando, sino a pochi giorni fa, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla nostra sorte. Naturalmente, gli spettatori-tifosi hanno i loro riti scaramantici per contribuire alla vittoria, per soffrire come se fossero in campo. E, figuriamoci oggi, che è venerdì 17, giorno nerissimo per coloro che credono in certe cose, ma anche per chi non ci crede.
I riti di ogni tipo si sprecheranno, ma i veri tifosi della Nazionale ed i grandi appassionati di calcio sanno qualcosa che va oltre la sfortuna e la jella, comunque la si voglia chiamare.
Giusto 46 anni fa, il 17 giugno del 1970, si giocò quella che è stata definita la partita del secolo, in tedesco si dice Jahrhundertspiel, in spagnolo: Partido del siglo. Stiamo parlando di Italia-Germania 4 a 3. Si pronuncia tutto di un fiato, una gara che esce dagli eventi sportivi per entrare nell’Epos. Fa venire ancora i brividi pensare a quella semifinale dei mondiali in Messico del 1970. Tantissimi tifosi di oggi non erano ancora nati, ma tutti conoscono attimo per attimo quella gara, terminata ai supplementari con una rete di Gianni Rivera. Poi la nazionale di Valcareggi perse la finale contro il Brasile di Pelè, ma la storia del calcio e dello sport segna in rosso quel 17 giugno del 1970. Anche oggi è 17, Forza Azzurri che lo spirito di quegli indomiti ragazzi sia con voi.