Valle Caudina: De Gregorio festeggia 10 anni di gestione di EAV ma neanche una parola sulla Benevento- Cancello, cancellati ancora una volta
Il presidente celebra se stesso senza mai pronunciare il nome della nostra linea ferroviaria

Valle Caudina: De Gregorio festeggia 10 anni di gestione di EAV ma neanche una parola sulla Benevento- Cancello, cancellati ancora una volta. Dieci anni alla guida dell’EAV, un bilancio pubblico affidato alle colonne di Repubblica dal presidente Umberto De Gregorio.
Tono riflessivo, teso a sottolineare risultati e sfide affrontate. Eppure, tra cantieri, investimenti, nuovi treni, ristrutturazioni aziendali e ambiziosi progetti futuri, una linea ferroviaria resta completamente fuori dal discorso: la Benevento-Cancello via Valle Caudina.
Una dimenticanza? Un’assenza voluta? Difficile dirlo, ma di certo è un silenzio che pesa come un macigno. Perché chi vive nelle aree interne della Campania sa bene quanto sia fragile e spesso disastroso il servizio ferroviario lungo questa tratta.
E ancor più grave è il fatto che quella linea è chiusa da ormai cinque anni, con la riapertura continuamente rinviata sine die, senza alcuna certezza né per gli utenti né per i territori.
E dire che la linea è formalmente interessata da investimenti per oltre 100 milioni di euro. Ma mentre i cantieri su altre tratte vengono elencati con entusiasmo, con date e obiettivi precisi, sulla Caudina tutto tace.
Non un accenno ai lavori, ai tempi di realizzazione, al destino dei pendolari. Il presidente De Gregorio parla dei nuovi treni Stadler per la Circumvesuviana, del progetto Porta Est, delle stazioni metropolitane di Melito, Monte Sant’Angelo e Baia, ma non dedica neanche una riga alla Benevento-Cancello.
È preoccupante che chi guiderà ancora per due anni una holding regionale dei trasporti ignori del tutto un’infrastruttura essenziale per la mobilità di migliaia di cittadini della Valle Caudina.
Una linea che collega Benevento a Napoli attraversando centri importanti come Montesarchio, Cervinara, San Martino Valle Caudina, Airola, Arpaia. Città e paesi in cui i cittadini hanno lo stesso diritto alla mobilità di chi vive nell’area vesuviana o flegrea.
Forse perché questa tratta rappresenta l’anello debole di un sistema che ha scelto dove investire e dove dimenticare. Ma è inaccettabile che si parli di “continuità amministrativa” come garanzia di efficacia senza affrontare i nodi irrisolti, proprio come quello della tratta Caudina.
Chi ha esperienza di governo, dice De Gregorio, sa che è più difficile “ristrutturare un palazzo senza far uscire i condomini”. Ma qui il condominio è stato semplicemente sgomberato e abbandonato, e nessuno spiega quando – e se – potrà tornare a viverci.
In vista delle elezioni regionali e di una discussione sempre più urgente sul futuro della mobilità campana, la domanda vera è questa: i cittadini della Valle Caudina sono destinati ancora a rimanere fuori dal disegno strategico dei trasporti regionali? O qualcuno finalmente avrà il coraggio e la volontà di includerli?
Chi chiede “discontinuità” dovrebbe partire proprio da qui: restituire dignità, diritti e futuro a chi da troppo tempo aspetta, in silenzio, su un binario morto.