Valle Caudina: Debora rapita da un brutto male a soli 29 anni, il ricordo dei suoi cari

Un dolore indicibile per tutte le persone che le volevano bene

Redazione
Valle Caudina: Debora rapita da un brutto male a soli 29 anni, il ricordo dei suoi cari

Valle Caudina: Debora rapita da un brutto male a soli 29 anni, il ricordo dei suoi cari. Debora Vitagliano di San Martino Valle Caudina è stata rapita, portata via dai suoi affetti da una terribile malattia: un tumore al seno. Aveva solo 29 anni ed ha lottato con il sorriso tra le labbra, dando lei la forza ai suoi cari sino all’ultimo respiro.

La malattia l’ha colpita a tradimento proprio mentre stava costruendo una famiglia con il suo compagno a Bologna Un dolore profondo ha scosso la vita del compagno Giovanni, dei genitori Anna e Antonio e del fratello Gabriele con Sara. I suoi cari hanno voluto ricordare la loro Debora affidando queste parole al nostro giornale.

Ecco il loro ricordo.

“Ricordiamo quando eri bambina, le tue risate riempivano la casa di gioia, i tuoi primi passi, sin da subito la voglia di scoprire il mondo.

Eri diversa dagli altri, la dolcezza, l’amore per tutti e la bontà ti rendevano unica. Già da piccola ci hai insegnato ad apprezzare le piccole cose, sempre determinata anche nella scelta di frequentare il liceo artistico, spinta dal desiderio di trasformare la creatività in qualcosa di tangibile, di dare forma alle tue idee con le mani.

Ogni giorno per te era un giorno di festa, eri il caos! Un uragano di bellezza: amavi trasformare con precisione ogni spazio in emozione: con fiori, luci e piccoli dettagli sapevi dare vita alla bellezza. Non decoravi stanze, ma anche i cuori di chi ti stava accanto.

Queste virtù  ti hanno sempre accompagnato. Rendevi speciale anche la cosa più semplice.

Poi è arrivato l’amore: Giovanni. Con lui hai condiviso sorrisi, viaggi, sogni e la semplicità dei gesti quotidiani. Hai intrapreso il percorso di O.S.S. con la passione e la determinazione che ti contraddistinguevano, una scelta che rispecchiava il tuo desiderio profondo di aiutare gli altri e di essere utile a chi aveva bisogno.

Per te aiutare gli altri non era un dovere, ma un modo naturale di vivere. Raggiunto questo traguardo tanto desiderato, arrivò il trasferimento con Giovanni a Bologna, iniziò la vostra esperienza di convivenza: una tappa importante, un luogo dove l’amore si faceva casa. Hai lavorato negli ospedali donando l’amore e l’umanità a tante persone.

Stanca delle ingiustizie e delle carenze del sistema sanitario che spesso dimentica che i pazienti sono prima di tutto persone, hai deciso di continuare ad aiutare in un altro modo nel Back Office, con la stessa umanità e la stessa voce gentile che sapeva arrivare al cuore.

In un momento in cui tutto sembrava andare per il meglio, arrivò la doccia fredda: la diagnosi di un tumore al seno. Una notizia dura da accettare, che ti ha sconvolto la vita, ma non ha intaccato il tuo spirito combattivo, non la tua anima rimasta forte e luminosa fino alla fine.

Un cammino difficile che tu affrontasti con coraggio, dignità e caparbietà senza lamentarti.

Nonostante tutte le molteplici difficoltà, spesso invadenti, eri lì forte e coraggiosa, con pazienza e con il sorriso davi coraggio a chi ti stava intorno e spronavi le altre persone a non essere negativi. “Piano piano” dicevi, sicura che avresti superato tutto.

E così è stato: hai affrontato con coraggio i momenti più difficili della malattia, senza mai perdere la voglia di vivere. Nei momenti di tregua, quando stavi meglio amavi concedersi la vita: una festa, una passeggiata, una vacanza, un pomeriggio di shopping, un abbraccio sincero, momenti felici con le persone a cui volevi bene. Quando la malattia ti concedeva una pausa, riempivi il tempo di vita, affetti e sorrisi.

Hai combattuto con tutta se stessa, sempre gentile e lucida anche quando ci ha salutato. Forse perché troppo buona, troppo pura per un mondo che spesso sa essere crudele. Ora quella bontà e quella forza vive nei cuori di chi ti ha amata, come una luce che non si spegnerà mai.”

Ecco il saluto della mamma Anna:  “Il calore dei tuoi baci e dei tuoi abbracci rimarranno sulla mia pelle in eterno. Hai lasciato la terra, ma non il mio cuore perché tu vivrai per sempre dentro di me. La tua mammina ti amerà in eterno figlia mia.”

Papà Antonio le dedica queste parole: “Ora sei libera dal dolore, ma sempre accanto a me. Quando la paura mi sfiora, sento la tua voce: “Papà combatti, non temere”. Lotterò anche per te, il tuo coraggio è la mia forza, la tua luce non si è spenta: vive in me e mi dà speranza. Il tuo papà”

Distrutto dal dolore anche il compagno Giovanni: “Ciao amore mio… Quel giorno il mio cuore ha smesso di battere insieme al tuo. Ti rivedo in ogni piccola cosa che mi circonda e questo rende la tua mancanza ancora più grande.

Grazie per essermi stata accanto, per avermi reso una persona migliore, per avermi insegnato che la felicità è racchiusa nelle piccole cose, ma soprattutto grazie per avermi messo al centro del tuo mondo e amato più di qualsiasi altra cosa.

Ti ho amata, ti amo e ti amerò per tutta la vita perché il nostro amore non conosce fine. Per sempre insieme.”

Delicate le parole del fratello Gabriele: “A te sorellina mia, esempio di forza, di perseveranza, di bontà ed altruismo, valori che ti distinguevano anche nei momenti difficili. A te, che sarai per sempre la mia sorellina, ogni mio passo sarà un tuo passo, ogni respiro sarà un tuo respiro, ogni momento sarà un tuo momento, tutta la mia vita sarà la nostra vita.

Tu vivi, vivi dentro di me e questo non cambierà mai, sarà per sempre così. So che resterai al mio fianco sempre, che mi abbraccerai nei momenti difficili e che sorriderai con me nei momenti felici. Porterò nel mio cuore tutto ciò che abbiamo condiviso, ne farò tesoro e lo custodirò con amore. Ti voglio infinitamente bene sorellina mia con amore il tuo fratellino”.

Per Sara, Debora era diventata una sorella: “Debby, la mia seconda sorella, spesso invadente… ma di quell’invadenza che oggi manca più di ogni altra cosa, che cerco e desidero. Ti ritrovo nei peluche, negli addobbi natalizi.

Felice, tornavi a casa e mostravi a tutti, fiera, le cianfrusaglie che avevi comprato. Questo lato del tuo carattere, che ci accomuna, oggi rivive ancora di più dentro di me. Rimarrai per sempre nel mio cuore e in ogni cosa bella che incontro, come una fiamma che non smetterà mai di brillare”.

Chiudiamo questo articolo con una foto di tutta la famiglia insieme, ricordo di un giorno felice. E siamo certi che Debora veglierà su tutti loro dall’alto dei cieli. Le sia lieve la terra.