Valle Caudina: elezioni comunali sui social
Valle Caudina. “Hai messo mi piace sul post di Tizio Prendivoti, sei un traditore, uno spergiuro, ne riparleremo dopo le elezioni”.
In queste ore, questi attacchi verbali si susseguono in tutti e cinque i comuni della Valle Caudina, dove impazza la campagna elettorale. Ne avevamo avuto già un assaggio lo scorso anno a Cervinara, ma visto che si reca al voto la metà dei paesi che fanno parte della Unione, si può ben dire che si tratta della campagna più social della Valle Caudina.
Tutti i candidati, aspiranti sindaci e consiglieri hanno il loro profilo. Chi non era ancora su Facebook, ha provveduto in fretta e furia, a rimediare. Mentre, appositi profili sono stati creati per le liste in campo. Una bella foto, con tanto di ritocco, uno slogan ad effetto, ed il gioco è fatto. Si pensa così di poter aumentare la possibilità di raccogliere consensi.
A dire il vero, però, sino ad ora, al di là degli slogan, non è che ci sia molto. In quanto il social dovrebbe far lievitare la diffusione delle proposte e dei programmi, spiegando come realizzarli. Ma, questo tipo di comunicazione, almeno per il momento e non per tutti, per carità, è latitante.
Non mancano, però, i guardiani dell’ortodossia. Ci sono persone, spesso lo fanno direttamente gli stessi candidati, che osservano con attenzione il profilo dei loro avversari. E se trovano qualche like di gente che si credeva fosse dalla propria parte, scoppia il putiferio, questo per nulla virtuale. Prima delle elezioni 2.0, succedeva più o meno lo stesso per i comizi. C’era sempre qualcuno che andava a controllare l’incontro pubblico dell’avversario e se, nel pubblico, vedeva qualche faccia che si credeva amica, si tentava di correre ai ripari, con il solito metodo, dosando a seconda dei casi, bastone e carota.
Insomma, nonostante tutti i cambiamenti che arrivano nella nostra società, per quanto riguarda le elezioni, non cambia proprio nulla. C’è sempre chi crede di poter avere il consenso ed il controllo di un determinato numero di persone. La cosa peggiore è che si tratta di un fatto vero, tanti cittadini continuano a sentirsi dei veri e propri servi, al servizio del signorotto di turno.
Ma attenzione, oltre ai like, c’è il momento in cui si entra nella cabina, dove si è soli e dove non ci sono controlli di sorta. Ed in quel momento, forse, qualcuno potrebbe ricordarsi di essere libero ed avere uno scatto di orgoglio.
Peppino Vaccariello