Valle Caudina, gioco d’azzardo: patto tra il Vescovo Battaglia e i sindaci
Non cedere dinanzi ai tanti segni di disperazione. Respingere la rassegnazione, alimentare un senso profondo di dignità, elaborare un piano comune di azione per dare risposte a chi abita questo lembo di Sannio. Questo il senso dell’incontro con tutti i sindaci dei comuni del territorio diocesano, svoltosi nei giorni scorsi presso l’Episcopio del centro titernino e fortemente voluto da mons. Domenico Battaglia. Un incontro che, per certi versi, potrebbe essere definito storico, o perlomeno spartiacque. Il vescovo Mimmo li ha accolti per ascoltare le difficoltà ed i bisogni del territorio e costruire insieme un percorso comune capace di re-distribuire sogni e speranze quando all’orizzonte si annida un futuro nebuloso ed incerto. Un gesto semplice, che parte dall’ascolto dalla volontà di voler camminare accanto e dalla necessità di risposte da dare ai cittadini. “Entrando in tante case – ha detto don Mimmo ai sindaci – ho riscontrato valori che molto spesso sono celati. Ho conosciuto gente impegnata che crede nel cambiamento, tanta ricchezza ma allo stesso tempo anche tante fragilità. Abbiamo un disagio sommerso, del quale ci rendiamo conto solo se abbiamo la forza di andare a scovarlo”.
Insomma, Chiesa e Istituzioni devono poter formulare un nuovo paradigma: mettere al centro le persone e ridistribuire la speranza. Una necessità quella espressa da mons. Battaglia che nasce dalle tante domande, dalle tante mani che bussano quotidianamente alla Caritas per trovare non solo conforto, ma anche una via d’uscita al disagio e ha poi chiosato don Mimmo: “quando la gente bussa, non puoi non aprire”.
Dal presule sono giunte anche denunce forti su temi come droga e gioco d’azzardo, ma soprattutto sulla disoccupazione. Proprio sul largo spreco di denaro in slot machine e vlt la presa di posizione è stata dura: “possiamo costruire un processo virtuoso?”. La risposta delle amministrazioni in questo senso è stata positiva ed insieme si sta lavorando alla stesura di un protocollo contro il gioco d’azzardo. Un lavoro complicato, una sfida ardua che da soli – i sindaci – non riescono a portare avanti. Negli interventi dei primi cittadini la parola “soli” è stata il minimo comun denominatore e da qui la necessità di fare rete, di riuscire a dare risposte concrete, a fare passi in avanti a condividere emergenze e soluzioni. Più volte, i sindaci hanno poi rimarcato che sono pronti ad agire ma che a coordinare la cabina di regia sia proprio la Chiesa.
Paolo VI diceva che “la più alta forma di carità è la politica”. Allora perché non mettersi realmente al servizio delle comunità? Se è vero che ogni momento di crisi è accompagnato da un momento di crescita perché non sapere con chi, perché e cosa sia necessario fare?
Il vescovo Mimmo ha ascoltato per oltre due ore i tanti sindaci presenti, li ha invitati a riflettere sull’essere “samaritani non solo dell’ora dopo, ma anche dell’ora prima” perché “anche voi vi chinate a lenire le ferite, ma molte ferite potrebbero essere prevenute”. Il presule telesino ha poi ricordato che quanto si incontra un povero, “bisogna sempre rimanere sulla soglia della sua vergogna e che quando si fa la carità bisogna fare in modo che essa possa essere perdonata”. Perché il lavoro della Chiesa sta tutto “nel rispetto della dignità delle persone, nella tutela del bene comune”, amava dire mons. Oscar Romero. Un incontro, in pieno stile Battaglia, che racconta lo sforzo di una Chiesa in uscita, una Chiesa del grembiule, una Chiesa che si fa strada, per accompagnare in questo percorso duro ed in salita un processo di cambiamento che deve essere prima di tutto educativo.