Valle Caudina: giovane imprenditore assolto dall’accusa di abusivismo edilizio

La sentenza arriva da giudice monocratico presso il tribunale penale di Avelllino

Redazione
Valle Caudina: giovane imprenditore assolto dall’accusa di abusivismo edilizio
Valle Caudina: giovane imprenditore assolto dall’accusa di abusivismo edilizio. Il giudice monocratico presso il Tribunale Penale di Avellino dott. Pierpaolo Calabrese, all’esito della sua camera di consiglio, dopo aver ascoltato la discussione finale delle parti processuali, ha pronunciato sentenza di assoluzione “perchè il fatto non sussiste” nei confronti di un giovane imprenditore sammartinese M.A.G., titolare della EDIL MONTALTO DESIGN S.R.L, operante nel campo delle ristrutturazioni edilizie ed industriali.
L’imprenditore era accusato di numerosi reati, alcuni di particolare gravità, che avrebbero potuto compromettere anche la partecipazione alla aggiudicazione di appalti determinando, in tal modo, serie ripercussioni sullo svolgimento della sua attività lavorativa.
Già in passato, alla luce della pendenza di tale procedimento penale, per fortuna definitosi con provvedimento di assoluzione, aveva avuto delle difficoltà oggettive per vedersi assegnati lavori pubblici di rilevante importo.
Nello specifico la Procura della Repubblica di Avellino contestava all’imprenditore la realizzazione di una scala in legno composta da 10 gradini, la costruzione di una recinzione alta circa un metro, costituita da rete metallica, sorretta da tondini in ferro per armatura edile, senza il rilascio preventivo del permesso di costruire e senza la preventiva autorizzazione dell’Autorità di tutela paesaggistica (Parco Regionale del Partenio), trattandosi di opere che ricadevano in zona vincolata del Comune di San Martino Valle Caudina.
Inoltre, veniva contestato all’imputato la realizzazione delle opere senza che fosse stato indicato appositamente un direttore dei lavori, per giunta senza aver dato il preventivo avviso scritto all’ Ufficio del Genio Civile di Avellino, mediante il deposito degli elaborati progettuali.
Il Pubblico Ministero, determinato assertore della inequivocabile responsabilità penale dell’imputato, aveva richiesto l’affermazione della penale responsabilità con una condanna a mesi 6 di arresto e 20.000,00 euro di multa.
La difesa dell’imputato, rappresentata dall’ Avv. Giovanni Adamo, ha avanzato richiesta di assoluzione con formula piena, cercando di dimostrare e convincere l’organo giudicante che le contestazioni mosse all’imputato non erano sorrette da granitici elementi di ordine giuridico, sostenendo che la scala in legno non poteva, in alcun modo, rappresentare la realizzazione di una struttura in cemento conglomerato saldato al suolo, per cui non era necessario il permesso di costruire ed il relativo deposito degli elaborati grafici presso il Genio Civile di competenza.
Invece, per quanto atteneva alla contestazione della realizzazione dell’opera in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, l’Avv. Giovanni Adamo ha fatto rilevare che la responsabilità penale dell’imputato e poi la dosimetria della eventuale pena da irrogare deve essere valutata sulla scorta di parametri specifici di ordine logico-giuridico, ovvero la consapevolezza dell’esistenza di una norma che punisce tale condotta e il grado di offensività concreta della condotta posta in essere, che nel caso di specie poteva ritenersi di tenue entità, tale da giustificare l’emissione di una sentenza di assoluzione.
Il giudice, dopo aver esaminato attentamente tutte le questioni giuridiche formulate dal difensore dell’imprenditore, ha ritenuto pienamente condivisibile tutta la prospettazione a discarico dell’imputato, ed ha pronunciato sentenza di assoluzione con la formula più ampia.
Con questa importantissima decisione si pone fine ad un periodo di preoccupazioni e tensioni che avevano messo in uno stato di agitazione il giovane imputato.