Valle Caudina, il bene si fa ma non si dice

Redazione
Valle Caudina, il bene si fa ma non si dice

Valle Caudina.”Il bene si fa ma non si dice”. Era perentorio Ginettaccio quando il figlio Andrea gli chiedeva il motivo per il quale non avesse mai reso noto l’aiuto che aveva dato agli ebrei nei giorni più truci della seconda guerra mondiale.
Una storia che, però, non è stata dimenticata ed insieme a tante altre hanno composto il mosaico del film-documentario My Italia secret. Eroi dimenticati, di Oran Jacobi, che ha aperto il festival del cinema di Roma. La storia di Bartali, che si recava in bicicletta da Firenze ad Assisi, per trasportare documenti falsi per gli ebrei, è anche un po’ caudina. Pochi sanno, infatti, che è stata una cervinarese, Angelina Magnotta, a strappare questi atti eroici dall’oblio del tempo. Angelina Magnotta, dirigente scolastica in pensione, vive in Toscana. Qualche anno fa, quando era ancora preside, insieme ad altri colleghi, fu invitata a Gerusalemme ed a venne chiesto loro di trovare dei Giusti. Con questo termine vengono indicate quelle persone che strapparono gli ebrei dai campi di sterminio. La preside aveva sentito parlare della storia di Ginettaccio, ma scopri che non erano mai state raccolte testimonianze e documenti su quelle gesta. E così, in collaborazione con il figlio di Bartali, Andrea, raccolse una copiosa documentazione di tanti ebrei che salvarono la vita grazie al campione. Documentazione che ha dato vita al libro Bartali e la Shoah. Ed ora, quel magnifico ciclista è diventato il personaggio più importante del film documentario che speriamo possa essere trasmesso nelle scuole il 27 gennaio, giornata della memoria.

Peppino Vaccariello