Valle Caudina: il caporalato e le inutili chiacchiere

Il Caudino
Valle Caudina: il caporalato e le inutili chiacchiere
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Valle Caudina. In Italia non esiste lavoratore più flessibile del bracciante agricolo. Per antonomasia, infatti, questo tipo di lavoratore è uno stagionale che può essere assunto e licenziato, rispetto alle esigenze delle aziende. Ma questo non basta, nel nostro meridione e nella nostra Valle Caudina, è fortissimo il fenomeno del capolarato. In primavera, ad esempio, basta fare un po’ tardi per assistere alla partenza delle braccianti cervinaresi verso le serre del salernitano. Di questo triste fenomeno, oggi, sembra accorgersi la politica. Solo oggi, chi sa perché. Domani, 27 agosto, ci sarà un vertice tra i ministri delle Politiche Agricole, della Giustizia, degli Interni e del Lavoro, per mettere a punto forti contromisure contro il capolarato. Si tratta di una cosa buona e giusta. Peccato, però, che i quattro ministri non sono mica dei novellini ed ognuno di loro, da politici o da sindacalisti, avrebbe potuto accorgersi e denunciare molto ma molto prima questi sfruttatori. Angelino Alfano, ad esempio è un siciliano e da uomo del Sud, dovrebbe conoscere molto bene questo fenomeno. E cosa dire del ministro del Lavoro Giuliano Poletti? Prima di essere nominato ministro è stato presidente della Lega Coop, ma ha fatto sempre finta di non sapere che tantissime cooperative agricole sono aziende mascherate che usano questa forma solo per pagare meno tasse. Ed i cosiddetti soci–lavoratori, non sono altro che dipendenti che vengono allegramente sfruttati. E lo stesso vale anche per i ministri Martina ed Orlando, mai la loro voce si è alzata in parlamento per denunciare un andazzo che va avanti sulla pelle della povera gente. Vale lo stesso per i sindacati locali, attraverso i loro Caf, istruiscono le pratiche per ottenere la disoccupazione, ma mai nessuno di loro si chiede quanto vengano pagate le giornate lavorative e come vengono reclutati i braccianti. Delle aziende preferiamo non parlare, in quanto, quando si parla dell’eccellenza dei prodotti italiani, nessuno spiega che, in tanti casi, questa eccellenza è costruita sul sangue della povera gente.
Se la riunione di domani deve essere l’ennesima farsa, se non si prenderanno seri provvedimenti contro gli sfruttatori, è molto meglio che i quattro ministri restino ancora un giorno sotto l’ombrellone.
Per contrastare questa piaga, ci vogliono controlli seri e serrati. Poi bisogna colpire i capitali guadagnati sfruttando i braccianti e premiare le aziende oneste. Infine, sembra davvero inutile ricordare che dietro il capolarato si nasconde la criminalità organizzata e, quindi, chi lotta contro deve essere tutelato e protetto.