Valle Caudina, il caudillo Biancardi lancia la Fondazione: tarallucci e vino il simbolo
di Gianni Raviele
E’ nato il sistema Irpinia. Lo ha tenuto a battesimo il caudillo, cioè Domenico Biancardi, presidente dell’amministrazione provinciale. A Palazzo Caracciolo è stato firmato l’atto costituente della fondazione per il turismo. Il consiglio di amministrazione è composto di 13 persone. I nomi sono noti perché li pubblicammo nel numero del mese scorso del Caudino. Sono, per lo più, sodali del padrone. Ovviamente non c’è alcun rappresentante della caudina e questo è un titolo d’onore.
Fondazione
A presiedere la fondazione è stato chiamata Donatella Cagnazzo, docente (di che?) e già presidente della sezione turismo di Confindustria Caserta. Nel discorso di insediamento ha detto, ovviamente, di non appartenere ad alcun partito e che le scelte del capataz sono lungimiranti. Mi chiedo: ma, in Irpinia, non c’era alcun esperto di marketing capace di tutelare e valorizzare i presunti, nostri siti attrattivi? Bisognava, per forza, andare a pescare fuori confine?
La fondazione avrà un fondo di dotazione che potrà essere rimpinguato con elargizioni pubbliche e private. L’importo dell’investimento è di 6,5 milioni di euro per quest’anno comprensivo della piattaforma digitale per quattro anni.
Altri particolari si sono appresi da un intervento di Di Cecilia delegato con la Repole alla cultura. La Fondazione “Sistema Irpinia” si sta occupando di selezionare il personale qualificato. Laureati in scienze turistiche, beni culturali e marketing territoriale animeranno 1 24 distretti turistici, ritagliati dalla Regione e che smembrano la valle caudina.
Box Office
Il primo box office sorgerà al pian terreno di Palazzo Caracciolo, mentre altri tre sono previsti a Napoli, fra molo Beverello, l’aeroporto di Capodichino e la stazione Garibaldi.
Si mirerà a digitalizzare “l’immenso” patrimonio culturale e artistico della nostra provincia.
E’ stato già firmato il contratto con la società che curerà la piattaforma digitale. Costo dell’operazione? Mistero. L’azienda si chiama Almaviva ed è stata selezionata attraverso la Consip ente che, se non sbaglio, è stata al centro di cronache giudiziarie.
Per il box office di Avellino Di Cecilia fa sapere: ”Abbiamo dato mandato a due architetti esperti, Maurizio Zito e il giapponese Hikarne Mori, affinché venga studiato un logo, un colore e degli arredi ad hoc(sic!) in maniera tale da creare una sorta di brand (marchio) riconoscibile”.
Tarallucci e vino
Biancardi ha completato il quadretto dicendo, tempo addietro, che si sarebbe puntato sull’enogastronomia, settore di eccellenza dell’Irpinia. Il ras di Avella passi il suggerimento ai due professionisti e all’assessore Di Cecilia: il marchio della provincia nella sua era potrebbe essere proprio: taralluci e vino.