Valle Caudina, Il filo che lega Montesarchio a Papa Paolo VI
Valle Caudina. C’è un filo che lega la città di Montesarchio a Papa Paolo VI che domani mattina, in Piazza San Pietro, verrà proclamato beato da Papa Francesco, al termine del Sinodo straordinario sulla famiglia. A creare un ponte tra la Valle Caudina e Giovanni Battista Montini ci ha pensato il presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, che è ponente della causa di beatificazione dell’ex cardinale di Milano.
Il suo ultimo libro edito da San Paolo, infatti, reca il titolo “Ho incontrato Paolo VI. La sua santità dalla voce dei testimoni”. Basta scorrere la prima pagina del volume per trovare la dedica che recita testualmente: “Alla città di Montesarchio ricca di storia e tradizione che mi ha conferito la cittadinanza onoraria”. Da qui il legame tra Montesarchio e Paolo VI scaturito dalla promessa che mons. Fisichella fece nel corso del conferimento della cittadinanza onoraria che avvenne a Palazzo San Francesco lo scorso 27 maggio. In quella circostanza, il collaboratore del Pontefice preannunciò che il suo prossimo lavoro editoriale sarebbe stato dedicato a Montesarchio. Così è stato con grande vantaggio per la città caudina visto che la dedica è inserita in un libro prestigioso riguardante il papa che ha concluso i lavori del Concilio Vaticano II. Mons. Fisichella ha già fatto recapitare il volume al sindaco Franco Damiano ed al suo amico assessore comunale Antonio De Mizio. Nei prossimi mesi tornerà a Montesarchio per presentarlo in un’occasione pubblica.
In questo lavoro, il rappresentante vaticano sostiene che il nome e la persona di Paolo VI sono fortemente legati al Concilio Vaticano II. Per condurlo a termine ed introdurre la Chiesa nei primi passi di attuazione di quel magistero, per Fisichella era necessaria una personalità come papa Montini. Era lui, in quel momento, la persona che più di ogni altra avrebbe potuto attuare un disegno così impegnativo e determinante per il rinnovamento della Chiesa.
In un’intervista apparsa nei giorni scorsi sul quotidiano cattolico Avvenire, il vescovo ha sottolineato che dai documenti e dalle 169 testimonianze del processo canonico su Paolo VI, emerge “una santità che si esprime nel suo darsi totalmente al Signore nel servizio alla Chiesa. Senza riserve, senza tenere nulla per sé. E insieme risalta la sua profonda umiltà”.
Mons. Fisichella non è la prima volta che si cimenta nella scrittura di libri. E’ infatti un fine teologo che negli anni scorsi ha ricoperto le cariche di rettore della Pontificia Università Lateranense e di docente di Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana.
Pellegrino Giornale