Valle Caudina, il microcredito dei piccoli comuni
Il Microcredito in questi ultimi anni è stata la misura di finanziamento più utilizzata per l’avvio di nuove realtà imprenditoriali. Considerata la partecipazione ai bandi del 2012 e 2013, la Regione Campania ha destinato un avviso di Microcredito a soli comuni fino a 5mila abitanti. A seguito dell’accreditamento, in Valle Caudina sono risultati beneficiari i territori dei comuni di Bucciano, Moiano, Pannarano, Roccabascerana, Rotondi e San Martino Valle Caudina.
Dal 2 marzo si avvierà la seconda fase. Adesso tocca alla popolazione sfruttare tale opportunità. Tutti gli interessati, intenzionati ad avviare una nuova attività, devono rientrare in una di queste categorie: disoccupati, inoccupati, inattivi, lavoratori in CIGO, CIGS e mobilità ed immigrati. Possono anche partecipare le attività già avviate, ma devono aver assunto un dipendente nei 12 mesi precedenti l’avviso, con il requisito sopra descritto. Il microcredito è un mutuo a tasso zero, da 5mila a 25mila euro, da restituire in 5 anni e che non richiede alcuna garanzia personale. La prima rata di rimborso si paga dopo sette mesi dalla firma dell’atto di concessione.
In ogni comune ci sarà la possibilità di poter finanziare fino a 150mila euro, ovvero 6 attività. Le attività finanziabili devono però rientrare in una delle categorie proposte in sede di accreditamento. In sostanza, ogni amministrazione, ha vincolato il microcredito a specifici settori che sono per:
Bucciano: Attività Manifatturiere; Costruzioni e Ristorazione
Moiano: Costruzioni, Attività manifatturiere e Ristorazione
Pannarano: Ristorazione, attività manifatturiere e Attività Professionali
Roccabascerana: Ristorazione e Commercio
Rotondi: Edilizia, Ristorazione, Servizi Sociali
San Martino: Ristorazione, Commercio e Attività artistiche e di intrattenimento
Con l’agevolazione ricevuta si possono sostenere diverse spese: quali l’acquisto di macchinari e impianti, attrezzature nuove o usate; le opere murarie necessarie all’adeguamento e messa a norma dei locali adibiti all’attività; i diritti di brevetto, le licenze, i piani di sviluppo di impresa, i piani di marketing, i piani finalizzati all’internazionalizzazione; ma anche per l’acquisto di materie prime, semilavorati, materiali di consumo e di scorte; le spese per utenze e canoni di locazione degli immobili strumentali all’esercizio dell’attività; le spese per l’aggiornamento dei software; per servizi di consulenza professionale (legale, tecnica, commerciale) e per il personale.
La domanda va inoltrata attraverso una piattaforma web messa a disposizione da Sviluppo Campania SPA, che sarà poi chi di fatto valuterà le richieste. Le domande saranno poi valutate sulla base del progetto presentato, sulla residenza del proponente (un maggiore punteggio per chi abita nel paese dove è stato finanziato il PICO), e ci sarà una preferenza per i giovani, le donne e gli immigrati.
Domenico Pisano