Valle Caudina: il ritrovamento in cantina del quadro de La Madonna del Taburno
Il dipinto racconta la nascita del culto
Valle Caudina: il ritrovamento in cantina del quadro de La Madonna del Taburno. In occasione della prima edizione del Presepe Vivente, presso il Santuario di Maria del Monte Taburno a Bucciano (BN), ho avuto modo di ammirare, dopo molti anni, un’opera di straordinario valore storico e religioso: il dipinto raffigurante la Madonna del Taburno.
Nel 1944 un graduato dell’esercito alleato prelevò il quadro dalla famiglia Fiorentino, residente in via Forestieri ad Airola, il cui capofamiglia era noto come “’O Conte”.
L’opera fu portata in America e rientrò in Italia, sempre ad Airola, solo alla fine degli anni Quaranta. Nel 1950 l’abitazione di via Forestieri fu data in affitto ai coniugi Giovanni De Sisto e Pasqualina Napolitano, che trovarono il quadro all’interno dell’immobile.
Dopo la morte del proprietario, il dipinto rimase alla famiglia De Sisto che lo custodì con grande cura per decenni.
Nel 2008, Gennaro De Sisto di Airola, figlio di Giovanni, insieme alla moglie Flora De Capua, mi contattò riferendomi della presenza di un quadro custodito in cantina e chiedendomi di aiutarli a comprenderne l’origine e il valore.
Ebbi così l’opportunità e la fortuna, di trovarmi davanti a un dipinto di notevole importanza: un’antica immagine della Madonna del Taburno di Bucciano, realizzata ad olio su tela e databile con molta probabilità tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.
L’opera racconta per immagini un episodio fondamentale della tradizione locale, attestato sia da documenti pubblici sia dal volume “Lo zodiaco di Maria”, stampato nel 1712 da padre Francesco Serafino Montorio.
L’episodio riferisce che il 7 febbraio 1401 una giovane sordomuta di Moiano, Agnese Pepe, mentre pascolava le pecore, udì una voce provenire da una grotta sul monte Taburno e vi scoprì una statua della Madonna con il Bambino, che le ordinò di annunciarne il ritrovamento.
Tornata in paese, parlò per la prima volta, suscitando grande stupore. In seguito a questo evento fu edificata la prima chiesa, della quale oggi restano soltanto le mura perimetrali.
Accortomi che questo straordinario episodio era raffigurato con grande efficacia nel dipinto e, dopo averlo comunicato ai proprietari, i coniugi De Sisto decisero immediatamente di donarlo al Santuario e lo affidarono alle sapienti mani del parroco don Claudio Carofano, della Parrocchia di San Giovanni Battista e Rettore del Santuario, compiendo un gesto di grande generosità e sensibilità.
Oggi, grazie alla lungimiranza e alla generosità di Gennaro De Sisto e Flora De Capua, questa preziosa testimonianza di fede e di storia è finalmente fruibile da tutti, esposta nel Museo “Giovanni Paolo II” del Santuario della Madonna del Taburno di Bucciano, dove continua a raccontare la sua storia alle generazioni presenti e future.