Valle Caudina: in libertà il cognato del boss Pagnozzi
Ha lasciato la casa circondariale di Foggia, libero di andare dove vuole, Marino Gerardo, residente a Casagiove ( Caserta), elemento di vertice del clan Pagnozzi sin dal 1990, gruppo operante in tutta la Campania, con forte diramazione nella città di Roma. A suo carico ci sono due condanne definitive per associazione di tipo mafioso. In data 15.07.10 fu raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere per i delitti estorsione e di usura aggravati dal metodo mafioso. Era accusato di aver accompagnato la vittima al cospetto del capoclan.
Attinto da una prova schiacciante: fu sorpreso dai carabinieri subito dopo aver riscosso la somma di denaro dalla vittima, un titolare di vendita di pneumatici della valle caudina e fu sorpreso allorquando ritirava la rata mensile di un prestito usurario.
In precedenza aveva pure accompagnato la vittima al cospetto del capoclan il quale con fare minaccioso gli aveva intimato di essere più puntuale nei pagamenti.
Scelse di essere giudicato con le forme del rito abbreviato e, a fronte di una richiesta di condanna ad anni 12, in data 16.11.11 fu condannato in primo grado ad anni 8 di reclusione.
Decisione che lasciò insoddisfatti sia l’accusa che la difesa in quanto entrambe le parti proposero appello.
La Corte di appello di Napoli, sesta sezione, in data 11.01.13 rigettò in toto l’impugnazione del P.M. ed accolse in parte l’appello della difesa, riducendo la pena ad anni sette.
A seguito del ricorso per cassazione formulato dalla difesa, un cavillo determinò l’annullamento della sentenza di condanna.
La difesa aveva eccepito con successo che la Direzione Distrettuale Antimafia non poteva contestare la aggravante della recidiva successivamente alla richiesta del Marino di essere giudicato con le forme del rito abbreviato. Tanto stabilì la seconda sezione penale della Suprema Corte con una decisione innovativa nel panorama della giurisprudenza.
Ma all’esito del giudizio di rinvio la Corte di appello di Napoli, in data 24.09.14, pur con la esclusione della recidiva, confermò la sentenza di condanna ad anni sette.
Seguì un nuovo ricorso per cassazione della difesa, anche questo accolto dai giudici della capitale.
Infatti, la Corte di cassazione, questa volta sesta sezione penale, dispose un nuovo giudizio davanti alla Corte di appello di Napoli.
Il giudizio di rinvio si è svolto davanti ai giudici della quarta sezione penale, presidente Ambrosio, a latere Annunziata e Criscuolo, i quali hanno ridotto la pena ad anni cinque e mesi quattro di reclusione per i delitti di estorsione consumata ed usura, entrambi aggravati dal metodo mafioso.
Non solo, la Corte ha anche rimesso in libertà il Marino, senza alcuna limitazione.
Per ragioni di cronaca, va riferito che Marino Gerardo ha dalla sua parte due record: le sentenze di condanna a suo carico sono state annullate dalla Suprema Corte di cassazione ben quattro volte, due nel procedimento di cui sopra, altre due volte, agli inizi degli anni 2000, nel procedimento che lo vedeva uomo di punta del clan Pagnozzi, all’esito del quale fu condannato alla pena più mite mai inflitta nella storia della repubblica italiana ad un partecipe di una associazione mafiosa, anni uno e mesi quattro di reclusione.
Fu sempre la Corte di Cassazione, V sezione penale, in accoglimento del suo ricorso, ad annullare con sentenza emessa il 18 aprile 2013 anche un decreto di sequestro di due appartamenti – l’uno a Milano, l’altro a Casagiove – , decreto emesso dal Gip presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere.
Da sempre ha avuto un unico difensore, l’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli.