Valle Caudina: la Befana e l’emozione di qualche anno fa
Un'emozione che tende a scomparire
Valle Caudina: la Befana e l’emozione di qualche anno fa. E’ appena trascorsa quella che William Shakespeare chiama la dodicesima notte. Sino a pochi anni fa per tanti bimbi sarebbe stata la notte in cui si cercava di restare svegli . Ma succedeva sempre che le palpebre calavano e, al risveglio, si trovano calze piene e regali ai piedi del letto.
La Befana per l’ennesima volta era riuscita a prenderci per il naso. C’era un riutale che si doveva rispettare per poter avere quel giocattolo che si era tanto desiderato e con il quale potevi giocare un giorno soltanto perchè l’indomani si sarebbe tornati a scuola.
Le calze appese al camino, il proposito di restare svegli ed il dilemma se si era stati abbastanza buoni da non meritare cenere e carbone. La notte tra il 5 ed il 6 gennaio era così per tutti i bambini. Si potrebbe chiamare l’epoca prima di Babbo Natale.
Oggi può suonare anche un poco strano e sarebbe difficile anche spiegarlo ai bambini, eppure sino alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso, i regali non arrivavano il 25 dicembre, non li portava Babbo Natale. Ma arrivavano il sei gennaio e li portava la Befana.
Eravamo un po’ meno americani e più legati alla tradizione dell’arrivo dei Magi. Della vecchina si aveva anche un poco paura perché concreto era il rischio che la calza potesse essere piena di cenere, carbonee qualche buccia di mandarino.
Insomma, altri tempi, completamente diversi da quelli di oggi. Quanta emozione nell’appendere quella calza e poi la gara a restare svegli per vedere all’opera la Befana. Una gara che nessuno hai mai vinto. Una gara che finiva il giorno in cui qualcuno rivelava che la Befana non esisteva ed erano i genitori a riempire le calze.
Ma, in fondo in fondo, a quella rivelazione non si è mai creduto e la notte scorsa, molti occhi sono rimasti sbarrati come tanti anni fa.