Valle Caudina: la classe dirigente e la sagra del puparuolo

Ogni popolo ha la classe dirigente che si merita

Redazione
Valle Caudina: la classe dirigente e la sagra del puparuolo

Valle Caudina: la classe dirigente e la sagra del puparuolo. Ma veramente vogliamo parlare di sviluppo in Valle Caudina? Ma seriamente pensiamo di poter arginare lo spopolamento dei nostri comuni? Oppure crediamo di contrastare chi ci ruba servizi e diritti? O ci illudiamo di poter presentare un territorio attrattivo per nuovi investimenti, per accogliere imprese e far ritornare i nostri cervelli?

Ma per favore, cerchiamo di essere seri e di guardare in faccia la realtà. Rendiamoci conto della classe dirigente politica che abbiamo, la classe dirigente che noi scegliamo in libere elezioni, sia a livello parlamentare, regionale e comunale.

La sagra del puparuolo

Una classe dirigente che preferisce la sagra del puparuolo, con sommo rispetto per i peperoni, ortaggi nobili, piuttosto che ragionare di sviluppo, di andare incontro a nuove idee e progetti. Ci rendiamo conto che  questa possa sembrare una critica spietata e populista. Ma è una critica basata sui fatti.

Mercoledì scorso, era ospite del Rotary Club, presieduto da Rino Bottillo, in Valle Caudina, precisamente nel territorio di Paolisi, lungo la strada statale Appia, il Presidente Nazionale di Confindustria Giovani Imprenditori, Riccardo Di Stefano.

Ad ascoltare questo capitano di azienda  di successo che è un meridionale, originario della Sicilia, diversi imprenditori locali  e giovani interessati. Insomma un parterre di tutto rispetto che si è confrontato in una prospettiva di crescita. Probabilmente sono stati instaurati anche nuovi e proficui rapporti.

La colpevole latitanza

Ebbene, nonostante la presenza del numero uno dei giovani imprenditori italiani, nonostante venisse affrontata una tematica cruciale anche per la nostra terra, in sala non c’era nessun rappresentante istituzionale e, manco a dirlo, nessun esponente politico.

Non c’erano parlamentari, non c’era un sindaco dei tredici comuni della Valle Caudina. Ma mancavano anche assessori o consiglieri comunali di maggioranza o minoranza. Attenzione, tutti erano stati puntualmente invitati, a tempo debito, dal Rotary Club.

Certo il dottore di Stefano non ha la bacchetta magica e non era venuto a risolvere i nostri problemi. Ma un amministratore attento al futuro e non interessato a gestire solo il presente. avrebbe  potuto, innanzitutto, ascoltare. Poi magari avrebbe potuto creare un rapporto che non guasta mai in una terra povera di aziende.

Il cane che di morde la coda

Tante cose si sarebbero potute fare, ma, probabilmente, mercoledì 28 agosto c’era qualche importante sagra del puparuolo in uno dei nostri comuni. E vuoi mettere l’importanza del puparuolo piuttosto che ascoltare il numero uno dei giovani imprenditori italiani?

Del resto, noi votiamo e scegliamo chi ci propina la sagra migliore, mica chi tenta di disegnare un futuro diverso la nostra terra. L’assenza dei politici al convegno è grave, ma ancora più grave è il consenso che noi diamo a quelle stesse persone. Siamo peggio del cane che si morde la coda.

P.V.