Valle Caudina: la difficoltà dei politici a chiedere il voto
Valle Caudina. “ Sarà difficile anche solo portare gente a qualche incontro elettorale, figuriamoci, cosa può significare chiedere un solo voto”. Analizza così, il momento elettorale un amministratore della Valle Caudina. Un cosiddetto uomo di partito che fa parte della vecchia scuola, quella del porta a porta per chiedere la preferenza.
“In questi cinque anni, chi amministra, come me sul territorio, non ha avuto un solo punto di riferimento, ci hanno lasciati soli da Roma e da Napoli. Gli eletti non hanno pensato a tessere alcun raccordo con il territorio ed ora pretenderebbero che noi andassimo allo sbaraglio? La gente ci potrebbe anche sbranare perché la rabbia è tanta. I nostri problemi sono rimasti, i nostri problemi e basta. Ora questa legge elettorale non fa altro che amplificare le distanze. Certo, in questi giorni già ci stanno contattando, ma io e, penso tanti altri colleghi come me, non me la sento di fare come le tante altre campagne elettorali”.
Non ha importanza il partito o il nome dell’amministratore, ma questo è il momento che stanno vivendo gli amministratori locali, legati ai partiti cosiddetti tradizionali. Avvertono lo scollamento, forte, che si è prodotto soprattutto tra le persone che incontrano ogni giorno, che chiedono risoluzione di problemi veri. Si chiedono se possa essere possibile recuperare qualcosa in questa campagna elettorale, ma sono più che pessimisti. Naturalmente, saranno più che sollecitati, ma solo in pochi ci metteranno, come si suol dire la faccia. Sino a poco tempo fa, erano proprio sindaci ed assessori i grandi catalizzatori di voti sulle realtà locali. Molti di loro, invece, resteranno a casa, non si impegneranno più di tanto, cercando solo di mantenere i rapporti.
Come si può dare loro torto?