Valle Caudina: la disfida di Nicola Palluotto e del suo olio Artus come diga alla desertificazione

La storia di un imprenditore agricolo di 33 anni che ha conquistato il mercato statunitense

Redazione
Valle Caudina: la disfida di Nicola Palluotto e del suo olio Artus come diga alla desertificazione

Valle Caudina: la disfida di Nicola Palluotto e del suo olio Artus come diga alla desertificazione. Storie di gente che resta. Storie di giovani che non si rassegnano a quello che sembra un destino già scritto. Non si rassegnano ad andare via, a costruire altrove il proprio futuro. A portare lontano da casa le loro conoscenze, le loro competenze, la loro voglia di fare e di realizzare.

Storie di ragazzi che non si arrendono e sovvertono la narrazione contemporanea per realizzare i propri sogni.  Storie di ragazzi che resistono e riescono a realizzare un sogno grande proprio a casa loro, con il meglio che può offrire la propria terra.

Nicola Palluotto di San Martino Valle Caudina ha soli 33 anni ma già guida con successo un’azienda agricola i cui prodotti riscuotono un successo straordinario. Fiore all’occhiello della sua produzione è l’olio Artus. Nicola produce oltre duemila litri di questo nettare che arriva dagli oliveti secolari che possiede a Sant’Agata dei Goti. Alcuni suoi terreni sono attraversati dall’acquedotto carolino.

E questo aggiunge suggestione a suggestione perché  il nome dell’olio, Artus arriva dalla storia passando dalla leggenda. La famiglia d’Artus, infatti,arrivava dalla Francia e  si stabilì nella zona seguendo re Carlo d’Angiò. Ma quel nome non può non richiamare alla mente re Artù e la saga dei cavalieri della tavola rotonda.

Come Lancillotto, Nicola Palluotto ha trovato il suo Santo Graal nel terreno e nella passione per la coltivazione. L’olio Artus, infatti, ha conquistato il mercato statunitense e metà della sua produzione attraversa l’Atlantico e si può trovare nelle vetrine dei negozi che offrono prodotti di nicchia. Un olio conteso anche dagli chef dei ristoranti stellati.

Non solo, Nicola coltiva anche altro e tutti i suoi prodotti sono di eccellenza. E’ talmente bravo ed appassionato che viene interpellato anche dai agricoltori più anziani per la potatura o per consigli di ogni genere.

Nella sua azienda ha due dipendenti fissi ma durante la raccolta delle olive assume anche 15 braccianti stagionali. E non ha nessuna voglia di fermarsi. Continua a perfezionarsi e a seguire agricolture più sviluppate che, però, come lui rispettano il biologico e la vocazione del territorio.

Altro fattore importante è innamorato della Valle Caudina e delle potenzialità che potrebbero avere i prodotti di questa terra. Possiede altri terreni anche a San Martino dove sta provando a far rifiorire la coltivazione del pomodoro che era un’eccellenza sino alla metà degli anni settanta del secolo scorso.

Ha entusiasmo ed esperienza da vendere ed, infatti, da sempre, auspica uno spirito collaborativo tra tutti coloro che continuano a  coltivare la terra.

Uno spirito che, però, non riesce a nascere per vetuste e anacronistiche visioni. Come, purtroppo, manca anche u n metodo per ottenere collaborazione dalla politica, sia locale che regionale. E proprio in questo periodo storico, con le continue variazione climatiche, bisognerebbe fare squadra per affrontare sfide piene di incognite.

Non solo, lui sarebbe disponibile ad ospitare giovani studenti per far capire loro quanto possa essere entusiasmante il lavoro agricolo. Ma nessuna scuola lo mai contattato. L’olio Artus di Nicola Palluotto è un brand mondiale ma ci potrebbero essere anche altre eccellenze dello stesso tenore che potrebbero premiare altri giovani.

Nicola Palluotto è come una finestra piena di sole che in Valle Caudina può essere spalancata per disegnare un futuro diverso. C’è un rimedio, un rimedio serio alla desertificazione dei nostri paesi, tornare al passato con le odierne specializzazioni.

Bisogna mettersi in testa che il lavoro del contadino è cambiato. Si può davvero fare tanto e cambiare in corsa un destino a cui sembra destinata la Valle Caudina. Nicola Palluotto ce la sta mettendo tutta.

Guido Dorso, il grande pensatore irpino che ha dedicato i suoi studi alla questione meridionale si chiedeva: “Esistono cento uomini d’acciaio col cervello lucido e l’abnegazione indispensabile per lottare per una grande idea? Oppure la nostra dolce terra perderà un’occasione più unica che rara e continuerà il suo duro martirio “. In Valle Caudina abbiamo più che mai bisogno dei cento uomini d’acciaio, magari temprati come Nicola Palluotto. (P. V.)