Valle Caudina: la leggenda del tarallo di San Martino

Come nasce questa bontà apprezzata da tutti

Redazione
Valle Caudina: la leggenda del tarallo di San Martino

Valle Caudina: la leggenda del tarallo di San Martino. Ieri abbiamo pubblicato un artcolo su una vera e propria bontà della Valle, il tarallo San Martino Valle Caudina.  Un articolo che è stato molto gradito dai nostri lettori. Questa mattina, aprendo la posta elettronica, troviamo una mail del professore Giovanni Teti che ci racconta la leggenda che ha dato origine  alla creazione del tarallo.

Pensando di far piacere ai nostri lettori,  vi proponiamo questa bella storis

La Leggenda del tarallo di San Martino

Si racconta che tanti e tanti anni fa viveva a San Martino una famiglia molto povera che abitava in una zona di periferia.

Anche se avevano poco ed erano molto umili,si sforzavano ogni giorno di andare avanti con quello che avevano; in famiglia erano in sei, genitori e quattro figli, due maschi e due femminucce.

Il papà lavorava nei campi e si dava da fare “a giornata”, al servizio di chi, di volta in volta, lo chiamava a lavorare; la moglie, invece, era davvero una brava donna di casa e si occupava dei figli e degli animali da cortile che contribuivano a sostenere la famiglia.

Passato del tempo, il figlio più grande cominciò a frequentare la scuola, era pronto e studioso e i genitori erano orgogliosi di lui. Un giorno successe un fatto inaspettato; tre compagni di classe chiesero a Francesco, questo era il nome del bambino più grande, se avessero potuto andare a casa sua a giocare un pomeriggio.

Francesco non se la sentì di dire loro di no e accettò; tornò a casa triste e dispiaciuto, sapeva che avrebbe messo in difficoltà la mamma, perché, essendo poveri, non avrebbe avuto molto da offrire ai sui amici.

Ma la mamma lo tranquillizzò, gli disse che avrebbe provveduto lei. E così fece; prese un po’ di farina, delle uova, dello zucchero, aggiunse una scorzetta di arancia che aveva conservato da qualche parte e un pizzico di fantasia.

Mescolò con pazienza e quando l’impasto lievitò, realizzò con le sue mani delle ciambelle profumate e dolci che mise nel suo forno a legna. Poco dopo era tutto pronto e la donna chiamò il suo semplice dolce con un nome curioso: tarallo.

Quando arrivarono i compagni di Francesco, gustarono con piacere il “dolce” che la mamma aveva preparato e ne chiesero pure qualche pezzetto da portare a casa; il bambino era felice e la sua mamma ancora di più.

In paese, ben presto, tutti apprezzarono il sapore del tarallo e cominciarono a chiederne la ricetta; la mamma di Francesco, siccome era tanto buona, la diede a tutti, senza esserne gelosa. Era nata, senza volerlo, la leggenda del tarallo di San Martino.

Giovanni Teti