Valle Caudina, la Procura: I soldi dei migranti? Ai gestori dei centri
Un vero e proprio sistema basato sul “business dei migranti”. Non usa mezze parole il Procuratore Capo di Benevento, Aldo Policastro, durante la conferenza stampa tenuta stamane dopo l’arresto di cinque persone nell’ambito di una inchiesta della Digos sulla gestione dei centri destinati ad ospitare i migranti. L’inchiesta riguarda le strutture della provincia di Benevento e della Valle Caudina.
Secondo quanto scaturito dalle indagini, il magistrato evidenzia come i migranti fossero ospitati in “strutture fatiscenti, pericolose, senza porte e in alcuni casi, senza le minime condizioni igienico sanitarie”.
Il Procuratore poi sottolinea come i guadagni siano stati “enormi. Una persona che non appariva direttamente ma che riusciva ad avere un numero maggiore di extracomunitari rispetto ad altri centri grazie ad un funzionario della Prefettura e veniva avvisato in caso di controlli o altre indagini”.
Non solo, ai migranti alcune volte veniva sottratto il pocket money, cioè “pochi euro presi dai gestori dei centri”.
Per il vicequestore aggiunto Giovanna Salerno, dirigente della Digos, “la Procura di Benevento stava lavorando con la Digos e le altre forze dell’ordine per svelare un sistema pazzesco, in ogni sua forma e manifestazione. Ci siamo trovati di fronte a due sistemi: il sistema Panzone – dal nome di uno degli indagati – colui che avrebbe dovuto controllare i centri, ma che in realtà vedeva un uomo pensare soltanto a se stesso senza effettuare controlli su un Consorzio che raggruppava vari centri”.
Il secondo sistema era quello Di Donato capace “di assicurarsi attraverso una serie di amicizie di essere avvisati e riuscire in tempi brevi di mettere a posto le criticità prima delle ispezioni”.