Valle Caudina: la solitudine degli operai della Cam e delle loro famiglie
Valle Caudina: la solitudine degli operai della Cam e delle loro famiglie. Uno dei primi reportage che abbia mai realizzato riguardava la crisi dell’allora Alfacavi di Airola. Parliamo della fine degli anni ottanta e dei primi anni novanta del secolo scorso.
Vertenza dura e drammatica
Fu una vertenza dura e drammatica, con scioperi, occupazioni, presidi in prefettura, manifestazioni anche a Roma, ma alla fine, il gruppo Pirelli, gradualmente, ritirò il suo interesse nelle stabilimento, consegnandolo ad un contratto d’are che ha solo frazionato le aziende non creando nessun posto di lavoro.
I lavoratori caudini ne uscirono con le ossa rotte e di lì a poco per loro sarebbe arrivata una nuova mazzata, il trasferimento della lavorazione tabacchi da Campizze di Rotondi a Santa Maria Capuavetere
Quelle vicende, anche se allora non ne avevamo consapevolezza, segnarono la fine del sogno di industrializzare la Valle Caudina. Ed ancora di più la consapevolezza che la nostra non era terra di metalmezzadri. Quelle figure di operai che essendo anche proprietari di piccoli appezzamenti agricoli hanno fatto la fortuna del Nord Est e non solo.
Queste cose mi sono tornate in mente quando stamattina sono arrivate le notizie dell’occupazione della strada statale Appia da parte degli operai della Cam di Paolisi.
L’azienda ha presentato al tribunale un piano con cinquanta esuberi su poco più di duecento dipendenti. Questo vuol dire un colpo mortale, l’ennesimo, per tutta la Valle Caudina. I lavoratori, da questa mattina. sono in stato di agitazione permanente. Molti si trovano anche in cassa integrazione e scioperare nei pochi giorni di lavoro vuol dire ridurre a zero i salari.
Rispetto a più di trenta anni fa molte cose sono cambiate. Gli operai dell’Alfacavi avevano alle loro spalle un tessuto politico e sociale che li sostenevano. Sindaci in fascia tricolore e studenti partecipavano in massa a quei cortei.
Soli con le loro famifglie
Oggi i lavoratori della Cam sono soli con le loro famiglie. E l’occupazione dell’Appia viene vissuta solo come un fastidio da chi la percorre. Il Caudino, per quel che vale, cercherà di restare vicino a questi operai e di riportare le loro voci, ben sapendo che anche i nostri articoli saranno accolti con lo stesso fastidio dell’occupazione della strada statale Appia.