Valle Caudina: l’arrivo del nuovo vescovo, vento di speranza e rinnovamento
Se i gesti valgono, sarà il caso che qualcuno si cominci a preoccupare all’interno dell’apparato ecclesiastico caudino L’arrivo del nuovo arcivescovo di Benevento potrebbe portare anche in Valle Caudina quel vento di speranza che sta interessando il mondo dall’avvento sul soglio pontificio di Papa Francesco. Alcuni gesti, molto semplici, che monsignor Felice Accrocca ha effettuato ieri, nel corso della sua ordinazione a vescovo, fanno ben sperare in un profondo rinnovamento anche nella chiesa beneventana.
Innanzitutto, il nuovo presule arriva nella nostra terra in un’età relativamente giovane, rispetto alla carica che dovrà ricoprire. Ha 58 anni, mentre i suoi predecessori erano tutti più anziani.
Basti ricordare che monsignor Andrea Mugione arrivò a Benevento quando aveva già compiuto 65 anni.
Altro aspetto da non sottovalutare è che si tratta di uno dei massimi studiosi italiani del Francescanesimo. Non a caso, ieri, nonostante come vuole la prassi nella chiesa del Sacro Cuore di Latina fosse stato steso un tappeto, monsignor Accrocca si è prostrato sul pavimento, sulla nuda terra. Ed ancora ha scelto un pastorale fatto di legno di ulivo, in onore della madre, morta a soli 44 anni. La donna, per 33 anni della sua vita, si è chinata con fatica a raccogliere quel frutto da cui viene tratto anche il Crisma che gli è stato versato sul capo.
Un figlio di contadini, quindi, che conosce la fatica e lo sfruttamento. Da tempo, troppo tempo, da pulpiti delle nostre chiese non si sentono parole su questi temi. E’ molto più semplice ascoltare parole che predicano l’intolleranza o richieste di denaro, piuttosto che quelle che predicano amore, ma si ribellano alle ingiustizie. Ed ora dalla terra Pontina, arriva questo mite pastore, ma attenzione alle persone miti, perché possono diventare inflessibili.
Può darsi, anche se non subito, che il nuovo arcivescovo possa impugnare un nodoso bastone per cacciare i mercanti dal tempio o, come un buon pastore, difendere dai lupi famelici il suo gregge. Potrebbe spalancare le porte delle chiese e mandare i sacerdoti in missione nelle loro stesse parrocchie, di cui non conoscono più i problemi che affliggono le persone. I più felici di tutto questo saranno i giovani che si avvicinano alla chiesa, ma trovano sempre dei guardiani dell’ortodossia a frenare il loro entusiasmo. Forse dovranno temere tutti quei comitati di affari che si annidano nelle sagrestie. Si annunciano tempi duri per gli affaristi che hanno messo il Vangelo in un cassetto.
P. V.