Valle Caudina: le colpe della classe politica per il mancato sviluppo, secondo Luigi Mainolfi

L'analisi nulla aggiunge al nostro dibattito

Redazione
Valle Caudina: le colpe della classe politica per il mancato sviluppo, secondo Luigi Mainolfi

Valle Caudina: le colpe della classe politica per il mancato sviluppo, secondo Luigi Mainolfi. Continua il dibattito innescato dall’articolo , Valle Caudina: la terra che ha smesso di sognare. Oggi ospitiamo l’intervento di Luigi Mainofi che non lesina accuse alla politica locale, Ci permettiamo solo di sottolineare il paradosso. Mainolfi faceva parte integrante di quel sistema che lo ha portato ai vertici della comunità montana e a fare l’assessore provinciale.

Quest’ultima carica l’ha ricoperta di recente, senza passare per le elezioni. La sua analisi sembra quella di un genio incompreso ma dimentica che in politica esisteva ed esiste il nobile esercizio delle dimissioni. Ma leggiamo questa analisi di Mainolfi che nulla d nuovo porta a questo dibattito.

Il Direttore de Il Caudino fotografa la situazione di Cervinara, che registra la partenza di moltissimi cervinaresi, lasciando vuoto e tristezza. La causa di tale situazione  viene attribuita ai politici locali. Secondo me, le cause vengono da lontano.

Ricordo quando i “politici” erano più servi dei Nobili, padroni del territorio,che dei partiti. Per me, i responsabili sono quelli, che, nel 46, non fecero nascere la politica. Nei comizi le frasi latine e i nomi importanti  dell’antica Grecia sostituivano i problemi. I cortei erano inni al Notaio o al Barone.

L’articolo non poteva non provocare un terremoto di ricordi. Appena maggiorenne,  incominciai a interessarmi di politica e, imitando i socialisti emiliani, incominciai ad organizzare Cooperative agricole. Dopo quella di Rotondi, assieme a Don Federico De Bellis e Vito Casale, tentammo di costituirla  anche  a Cervinara.

Stavamo a buon punto, quando i commercianti  reagirono, ricorrendo anche a minacce e il tentativo fallì. Nel 1967, proposi di creare una Cassa Rurale. Da avvocati e professori mi fu risposto che “la politica non fa queste cose”.

Quando, assieme al Giornalista Gianni Raviele proponemmo di puntare alla costituzione della Città Caudina, Cervinara boicottò, il tentativo,temendo di perdere il ruolo di primo attore caudino. Nel 1982, da Presidente della Comunità Montana Partenio, promossi una serie di iniziative sociali,a difesa del territorio montano e del suo sviluppo turistico.  E’ bello ricordare le iniziative sul territorio, come la Sagra della Castagna  e quella della Fragola, con la nascita del “Fragolino” , molto apprezzata.

Devo dare atto alla vivacità delle frazioni di  Joffredo, di Castello e di Ferrari. Con la collaborazione del Circolo Giovanile di Joffredo, costituimmo una Cooperativa Giovanile, per utilizzare la Legge sull’occupazione giovanile. Organizzammo anche convegni per sensibilizzare i politici locali. Tutto inutile.

Quando chiesi, nella logica delle Città Caudina, di impegnarci per la costruzione di un ospedale di Zona, la classe politica  cervinarese non dimostrò interesse, abituata a passare il tempo a mettersi in mostra sui marciapiedi.

Quando un Cervinarese ideò la sciagurata Via a Scorrimento Veloce, che avrebbe rubato  decine di ettati  di terreno fertile all’agricoltura, mi chiese il Patrocinio alla C.M, che rifiutai, per valutazioni economiche. Restai solo a cercare  di ostacolare “l’affare”, rifiutando proposte oscene.   La società siciliana, tramite cervinaresi, mi minacciò, imponendomi  di non  tornare in Valle Caudina.

Nel 2005, da Assessore Provinciale  mi posi il problema di valorizzare il fondo valle Isclero, chiedendo agli Arch. Vele  e De Vito, di predisporre un progetto  per il Parco Fluviale dell’Isclero.  I due professionisti, senza percepire parcella, lo predisposero e lo presentammo nella Sala Comunale di Rotondi e in quella di Moiano. Cercai di sensibilizzare anche il Comune di Cervinara, che non dimostrò interesse. Mi fermo qui.

Perciò, la condizioni di cui ha parlato il Direttore de Il Caudino sono la conseguenza del comportamento di chi ha avuto responsabilità politiche, nel corso degli anni, e di chi limitava il suo “fare poitica” a fare il buffone sui marciapiedi.

Luigi Mainolfi già assessore provinciale e presidente Comunità Montana Partenio