Valle Caudina: le estati al sapore di pane con il pomodoro e frutti “rubati”
Domani è anche venerdì e così il grande esodo sarà poco probabile mentre lo è molto di più un fine settimana magari al mare.
Anche per la Valle Caudina, da tempo, è terminato il tempo della villeggiatura.
Quel periodo che poteva iniziare proprio il primo di luglio per terminare dopo ferragosto.
Sembra impossibile oggi eppure il cosiddeto ceto medio possedeva o prendeva in affitto una villetta al mare e per quasi due mesi si trasferiva l’intera famiglia.
I paesi, però, non restavano mai vuoti perché tornava a casa la nostra gente che per lavoro si era trasferita al Nord o all’estero.
I primi ad arrivare erano i bambini, affidati a nonni e zii, mentre i genitori restavano al lavoro attendendo la chiusura delle fabbriche e l’esodo quello vero del primo di agosto.
Quel bambino, proprio da noi, scopriva la libertà di bighellonare.
Non c’erano campi estivi o piscine.
Si stava in strada per tutta la giornata o si scopriva la montagna. E, strano ma vero, si imparava a nuotare all’interno di vasche che servivano ai contadini per irrigare riempite di una gelida acqua di pozzo.
Era il tempo di interminabili partite di calcio per strada: i pali delle porte erano due pietre e le ginocchie erano sempre sbucciate.
C’è da dire che i bambini correvano pochi pericoli.
Potevano contare sulla sorveglianza degli anziani che facevano scattare subito l’allarme se vedevano malintenzionati in giro.
Purtroppo, però, gli stessi anziani in caso di marachella riferivano anche ai genitori e l’arte della cinghia, all’epoca, era molto praticata.
Erano estati semplici, che avevano il sapore del pane con il pomodoro e dei frutti rubati. Anche quello veniva insegnata ai ragazzi del nord che non si spiegavano come si poteva fare così.
Ci si scatenava e si attendeva con ansia il giorno nuovo,per fare nuove scoperte e tante altre scorribande.
Oggi ci sono i campi, ci sono le piscine ma la strada ci rendeva tutti uguali dal primo luglio al 31 agosto.
P.V.