Valle Caudina: lettera del vescovo Accrocca agli studenti dell’Arcidiocesi
“Agli studenti dell’Arcidiocesi
Carissimi,
in questo mese di settembre sarete di nuovo sui banchi. Vi scrivo con schiettezza, senza dimenticare che la mia vita di studente è andata avanti a fasi alterne: brillante alle elementari e alle medie, in chiaroscuro al liceo, entusiasta all’università. In ogni caso, negli anni ho imparato ad apprezzare il valore dello studio e questo mi ha aiutato – lo so che vi sembrerà impossibile! – a smaltire le tensioni che l’esercizio del ministero sacerdotale prima e quello (più duro) del ministero episcopale ora portano inevitalmente con sé.
V’invito quindi a darvi un progetto di vita e a perseguirlo con costanza; a inseguire ciò che amate, come diceva Collodi, per non essere costretti ad amare quel che troverete. Perché questo si realizzi è necessario che diate il meglio di voi stessi, che vi impegniate nel vostro percorso d’apprendimento e nella vostra formazione, evitando di pensare che poi, alla fin fine, “certe cose” nella vita non serviranno, dal momento che lo studio – quello vero e serio – apre le menti, purifica i cuori, consente di cogliere il nocciolo essenziale delle cose, aiuta a capire e a leggere in profondità il proprio tempo: vi rende, cioè, più ricchi di acume critico, di oggettività; in una parola, meno asservibili e manipolabili.
Ai più piccoli tra voi ricordo “l’amico Pinocchio: non quello che un giorno marinò la scuola per andare a vedere i burattini; ma quell’altro, il Pinocchio che prese il gusto alla scuola, tanto che durante l’intero anno scolastico, ogni giorno, in classe, fu il primo ad entrare e l’ultimo ad uscire” (Giovanni Paolo I).
Perdonatemi se ho osato tanto, ma si tratta di parole sgorgate davvero dal cuore di uno che tra i giovani ha vissuto a lungo e ai giovani ha sempre voluto bene.
Con affetto
☩ Felice
vostro vescovo”