Valle Caudina, medici di famiglia assicureranno assistenza 24 ore su 24 nelle Uccp
Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ha illustrato oggi a palazzo Santa Lucia la nuova riorganizzazione delle cure primarie in Campania. Alla conferenza stampa hanno preso parte, tra gli altri, i 5 presidenti degli Ordini dei Medici: Silvestro Scotti per Napoli, portavoce anche per l’Ordine regionale; Antonio D’Avanzo per Avellino, Giovanni Ianniello per Benevento, Maria Erminia Bottiglieri per Caserta, Bruno Ravera per Salerno. Su tutto il territorio regionale saranno costituite circa 250 Unità Complesse di Cure Primarie. Si tratta di strutture aperte 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana presso le quali opererà il personale medico già in convenzione: i medici di famiglia, i medici della continuità assistenziale, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali. Presso queste strutture sarà presente anche un ambulatorio infermieristico, altri servizi di primo livello.
Sono previste tre differenti tipologie di Unità complesse di cure primarie, Uccp: a sede unica (modello metropolitano) con una popolazione non superiore a 30 mila abitanti e con almeno 20 medici di Medicina generale; in rete (modello rurale e montano, a bassa densità abitativa) con almeno 5 mila assistiti e 10 medici; sistema ‘hub and spoke’ (modello sub-urbano), con meno di 15mila assistiti e 15 medici. Per le Uccp saranno utilizzate strutture dismesse delle Asl e i principali investimenti sono legati soprattutto sul personale. La nascita di queste unità permetterà di eliminare le attese ai pronto soccorso perché i pazienti ‘meno gravi’ (ossia codici bianchi e verdi) potranno rivolgersi a queste strutture. Con il nuovo sistema di cure territoriali, sarà possibile garantire la co ti unità dell’assistenza è una integrazione tra ospedale e territorio, la gestione integrata dei pazienti attraverso i percorsi assistenziali diagnostico-terapeutici e l’integrazione tra sociale e sanitario. Le Unità complesse di cura consentiranno, inoltre, di potenziare l’assistenza domiciliare e sarà possibile attivare gli Ospedali di Comunità che permetteranno di ricoverare i pazienti dimessi dagli ospedali, ma che non possono rientrare nelle loro famiglie per la difficoltà di avere la giusta assistenza.