Valle Caudina: operazione Caudium, Il riesame scarcera due indagati
Valle Caudina: operazione Caudium, il riesame scarcera due indaga. Nella tarda serata di eri, e dopo una lunghissima camera di consiglio, la Decima Sezione del Tribunale della Libertà di Napoli ha disposto la scarcerazione di D. P. M., sottoposto a custodia cautelare in carcere dallo scorso 4 dicembre su ordine del G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Ordinanza annullata
Annullata totalmente anche l’ordinanza di custodia cautelare per D.P.Ache, a seguito di tale clamorosa decisione, si trova attualmente a piede libero.
I due giovani, entrambi difesi dall’Avvocato Valeria Verrusio del Foro di Avellino, rispondono di accuse gravissime.
In particolare D.P.M. è accusato di tentata estorsione aggravata dall’agevolazione al Clan Pagnozzi, partecipazione all’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, nonché diversi episodi di acquisto e trasporto di diversi Kg di sostanze stupefacenti sull’asse Roma-Napoli.
D.P.A, invece, avrebbe partecipato al trasportodi 10 KG di sostanze stupefacenti dall’hinterland romano, sino in Valle Caudina.
Come si ricorderà, all’alba dello scorso 4 Dicembre erano scattateperquisizioni ed arresti per 23 indagati, tutti residenti tra Campania e Lazio.
I destinatari delle misure cautelari (12 custodie cautelari in carcere, 9 custodie cautelari agli arresti domiciliari e 2 obblighi di dimora nel comune di residenza) sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso e del fine di agevolare l’associazione camorristica denominata clan PAGNOZZI, operante nella Valle Caudina e territori limitrofi.
L’ indagine, coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Benevento, ebbe inizio a seguito della denuncia sporta il 9 luglio 2021 dall’amministratore di un’impresa edile beneventana impegnata nei lavori di realizzazione di un’arteria stradale, appaltati dal Comune di Castelpoto (BN) per un valore di oltre 2 milioni di euro.
La collaborazione dell’imprenditore
Nella circostanza, l’imprenditore riferiva ai Carabinieri del Comando Provinciale di Benevento che il giorno precedente, presso il citato cantiere, si erano presentati due uomini a bordo di un’auto. Uno di loro, tenendo la propria mano destra costantemente all’interno della tasca del borsello che portava a tracolla, dando l’impressione di impugnare una pistola, dopo essere sceso dall’auto, si era rivolto agli operai presenti intimando loro di abbandonare immediatamente i lavori altrimenti avrebbe “sparato tutti”, perchè “dovevano mettersi a posto con la Valle Caudina”, facendo dunque esplicito riferimento al Clan Pagnozzi, da diversi mesi al centro di numerose inchieste da parte della DDA di Napoli.
Prove evidenti
La prosecuzione dell’attività investigativa permetteva di raccogliere prove evidenti della sussistenza di un sodalizio criminoso che gestiva un intenso traffico di sostanze stupefacenti (cocaina e hashish) tra il litorale romano (Aprilia, Anzio, Pomezia), dove veniva approvvigionato gran parte dello stupefacente, e le province di Benevento ed Avellino, dove il sodalizio operava sotto l’egida del clan PAGNOZZI.
Piazze di spaccio
Le investigazioni hanno consentito di individuare i gestori delle “piazze di spaccio” ubicate a San Martino Valle Caudina e in località Tufara Valle di Benevento, nonché di identificare una fitta rete di “corrieri” e “pusher” e individuare uno dei luoghi di stoccaggio della sostanza stupefacente sito ad Aprila (LT), presso l’abitazione di uno degli arrestati. All’interno di tale immobile gli indagati provvedevano al taglio ed al confezionamento “sottovuoto” dello stupefacente, che poi veniva trasportata nella Valle Caudina, ove spesso gli indagati si incontravano presso la sede di una società ubicata in località Tufara Valle, di cui erano soci alcuni degli odierni arrestati.
A finanziare il citato sodalizio criminale, vi era un elemento di spicco del clan PAGNOZZI, il quale, forte del suo potere criminale in zona, autorizzava gli indagati al libero spaccio sul suo territorio di competenza, in alcuni casi anche supportandoli economicamente e fornendo, in un’occasione, l’auto per il trasporto della droga.
Le indagini, durate oltre un anno e messo hanno consentito di eseguire arresti in flagranza di 5 soggetti, sequestrati circa 1,5 kg. di cocaina, 5 kg. di hashish, una pistola clandestina illegalmente detenuta e 23 cartucce.