Valle Caudina ostaggio di treni e semafori

Redazione
Valle Caudina ostaggio di treni e semafori

Valle Caudina. In ostaggio, la Valle Caudina, tutta la Valle Caudina è in ostaggio di tante piccole entità che lavorano insieme per impoverirla sempre di più. Tutto questo, si consuma nella più completa indifferenza di chi si fregia del titolo di rappresentanti del popolo sovrano a cominciare dai parlamentari sino ad arrivare al consigliere di minoranza del più piccolo comune. Questa mattina c’è stata l’ennesima dimostrazione di come i cittadini di questa zona siano oramai trattati come abitanti del terzo o peggio del quarto mondo. Due convogli ferroviari, stracolmi, partiti alla volta di Napoli, dove la gente va a lavorare e a studiare hanno accumulato ritardi vergognosi. Il primo è arrivato nel capoluogo partenopeo con ben 50 minuti di ritardo, il secondo ha stracciato questo record, accumulando ben 2 ore e 18 minuti di ritardo.
Come se non bastasse, file chilometriche di auto si sono registrate lungo la strada statale Appia, a causa dei capricci e della voglia di far cassa degli amministratori locali. Si tratta solo di una delle tante mattinate di inferno che la politica regala a questa Valle.
Parliamo della politica perché è la politica che non chiede conto, una volta per tutte, all’ Eav dei guasti che sta procurando ad una linea ferroviaria che, per decenni, ha assicurato a migliaia di persone di potersi formare all’università di Napoli. E’ la politica a consentire che i responsabili di questo sconcio restino al loro posto. Come? Ricordiamo che l’Eav è un’azienda di proprietà della Regione Campania ma i consiglieri regionali, prodighi di comunicati stampa, quando avvengono queste cose, restano in un ridicolo mutismo. Sanno bene, infatti, che non hanno alcun potere o rispetto da chi guida la Regione. Così come i parlamentari che, magari fanno anche qualche verifica ma non mettono mai in azione alcuna iniziativa concreta per fermare lo sfascio. Poi, la politica locale fa il resto. Gli amministratori riescono ad inventarsi cose, come i semafori lungo l’Appia, fuori dalla grazia di Dio. E, come se non bastasse, non incalzano, non protestano rispetto ad una catastrofica politica regionale. Non sanno che ogni ritardo, anche il più piccolo, non fa altro che gettare un altro badile di terra sulla bara della loro gente.