Valle Caudina: il primo marzo e il taglio dei capelli
Questo mese di marzo è iniziato di venerdì. E’ necessario, quindi, ricordare un’antica usanza popolare, legata proprio al primo venerdì del mese di marzo. Era tradizione tagliare i capelli, in quanto, li farebbe ricrescere più sani e robusti, evitando anche fastidiosi mal di testa. La tradizione propiziatoria, sino a poco tempo fa, ancora molto diffusa anche in Valle Caudina, veniva tramandata per via orale ed osservata in special modo per i bambini, ai quali, simbolicamente, può essere anche tagliata una sola ciocca di capelli. Molti ricorderanno, come nel mese di marzo, arrivavano a scuola bimbi con i capelli rasati a zero. Non solo maschietti anche le femminucce dovevano sottoporsi a questo rito. Qualcuno associa questo particolare rito a quelli della Settimana Santa, altri, invece, alle fasi lunari. Tagliando i capelli con luna crescente, essi aumenteranno più velocemente rispetto ad un taglio eseguito in luna calante che li farà sviluppare più lentamente rendendoli, però, più forti.
Analogo principio veniva seguito nella tosatura delle pecore. Il mondo contadino, ancora oggi, regola in maniera rigorosa le proprie attività, rispettando le fasi lunari: semina e piantumazioni in luna crescente; raccolto e vinificazione in luna calante. Presso gli antichi le influenze della Luna erano ritenute indiscutibili, tanto è vero che il nostro satellite veniva considerato come l’unico canale del cielo, ovvero l’imbuto della natura, come lo chiamavano gli alchimisti, attraverso il quale ogni virtù dal cielo affluisce sulla terra. Fare il “caruso” ai bimbi, il primo venerdì di marzo, però, era anche una questione igienica. Non dimentichiamo, infatti, che sino a trenta anni fa imperversavano i pidocchi che, nei capelli mal lavati, trovavano una sorta di humus naturale. In questo modo, si univa l’utile ed il dilettevole. Si rispettava la tradizione e, allo stesso tempo, si compiva un’azione per la salute pubblica.