Valle Caudina, quando il carnevale era una “battaglia” per strada

Il Caudino
Valle Caudina, quando il carnevale era una “battaglia” per strada

C’era Zorro, la damina, il principe, Biancaneve. Non mancavano le maschere classiche di Pulcinella, Colombina ed Arlecchino.
Quelli più trendy avevano già i costumi, invidiatissimi, degli Ufo Robot o di Lady Oscar.
Ma il vero carnevale era un altro. Era un vecchio scialle, una giubba militare logora il cappello del nonno o il suo mantello e la strada che diventava piazza, la piazza campo di battaglia. Per un solo giorno, ti potevi permettere di fare il ragazzaccio, il teppista.
Poche ore di scuola la mattina, poi subito fuori. I genitori già sapevano e per questo le mamme, se non ti mascheravi, ti facevano indossare vecchi vestiti perchè sarebbero tornati completamente imbrattati di uova, marce, e farina mista ad acqua. Quelle macchie erano come medaglie, guadagnate in una battaglia contro tutti, che iniziava la mattina e terminava solo a tarda sera. Per un giorno, tutti un po’ scugnizzi ed un po’ ragazzi della via Pal, con alla vita una busta di plastica piena di farina, come se fosse stato il cinturone dei pistolero del vecchio west. Battaglie lunghissime, forse anche un poco violente, ma, per le strade dei comuni della Valle Caudina, i coriandoli si mischiavano alle uova e alla farina. Era bello “rovinare” le sfilate delle mascherine perbene, con i grandi che rincorrevano i ragazzi, facendo diventare ancora più comiche quelle scene. Del resto, era proprio il divertimento in strada, lo sberleffo, la burla il vero, grande spirito del carnevale. Una festa popolare, tanto plebea, nel vero senso della parola. Sembrava che per un giorno tutto fosse lecito ed i paesi venivano messi a ferro e a fuoco. Si andava alla ricerca dei bersagli, quel professore antipatico che magari di bacchettava le mani o quella ragazzina che ti snobbava sempre. I lanci, in questi casi, dovevano venire da molto lontano, perchè si ti scoprivano, come sempre avveniva, erano guai grossi. Era un carnevale molto diverso, da quello di oggi. Non bisogna essere nostalgici a tutti i costi, perchè ogni epoca ha le sue storie ed i suoi divertimenti. Tra 40 anni, un ragazzo che sta vivendo questo carnevale del 2017, lo racconterà con nostalgia e dirà che il suo era più divertente. Una cosa, però, è certa ai ragazzi di oggi, sarebbe bello far rivivere quella grande libertà che contraddistingueva la festa poche decine di anni fa. Le strade, anche con quei ragazzacci in giro, erano molto più sicure e gli stessi genitori erano molto, ma molto più tranquilli di oggi. A parte essere completamente imbrattati di uova e farina, nulla di male ti poteva capitare. (immagine dal web).

Peppino Vaccariello