Valle Caudina: quando sesso fa rima con potere

Il Caudino
Valle Caudina: quando sesso fa rima con potere

L’argomento- ne siamo perfettamente consapevoli- è talmente pruriginoso che, alle volte, sembra saggio non trattarlo; quando poi, però, certe brutte vicende toccano “nel vivo” la Valle Caudina, nessuno può far finta di non aver “sentito qualcosa” in proposito.
Come i più informati già sapranno, la Procura di Benevento, a seguito del servizio de “Le Iene” in merito a taluni comportamenti di un docente dell’Ateneo beneventano, nell’ambito della relativa inchiesta, ha disposto l’acquisizione dei nominativi degli studenti che, con quel professore, hanno sostenuto l’esame negli ultimi sette anni; pertanto, è più che probabile che, volenti o nolenti, molti studenti caudini saranno sentiti come persone informate sui “fatti”.
Lungi dal voler discettare su fatti e responsabilità penali (i processi si fanno nelle opportune sedi, e la presunzione di innocenza fino alla formazione del giudicato va riconosciuta a tutti, ma proprio a tutti!!!), qualche riflessione in proposito vogliamo pur farla.
Il tema è vecchio quanto l’uomo; i tempi che corrono lo rendono sempre più attuale. È innegabile che la rapida, ambiziosa, ascesa del “gentil sesso” verso posizioni di potere- fino a pochi decenni fa di appannaggio esclusivamente maschile-, ha finito per incidere pesantemente sulla concezione del “prezzo da pagare”. Perché, (e questo lo sappiamo tutte, lo abbiamo imparato sulla nostra pelle!), quello scotto, quel maledetto “prezzo”, c’è sempre. Ma questo non vuol dire necessariamente (e per fortuna!) che quel prezzo debba coincidere con atti di disposizione del nostro corpo e/o di mercimonio. Tuttavia, che il sex appeal delle donne, la nostra civetteria, la capacità innata di utilizzare l’ avvenenza come trampolino di lancio possano darci una bella “mano” per il raggiungimento dei nostri obbiettivi, è un fatto che non possiamo negare; siamo “carine”- in altri termini- perché “essere carine” aiuta sempre, rende, ed è esplicazione di un nostro grande potere.
Questo potere, nella storia, ha sempre avuto ripercussioni considerevoli sul piano economico e sociale. L’antropologia culturale ci ha spiegato che il matrimonio, la monogamia, ma anche la necessità di sottomettere le donne traggono origine dall’esigenza dei maschi di impedire la trasmissione dei cespiti patrimoniali di famiglia a figli non propri, in considerazione del “potere” delle femmine di mentire sulla paternità. L’emancipazione femminile, poi, non a caso, è andata di pari passo con l’emancipazione sessuale; l’accesso alla trasmissione della cultura e la massificazione dell’informazione, la capacità femminile a produrre reddito hanno fatto il resto; occupando sempre più ruoli di “potere”, le donne (quasi tutte) si sono scrollate di dosso il fardello dell’inferiorità, rispetto all’universo maschile.
Quasi del tutto. È rimasto l’handicapp primordiale: il sesso. Strumento di potere- lo abbiamo detto- ma anche di eterna subordinazione; merce da offrire in cambio del successo, ma anche, specularmente, eterno oggetto di “ricatto”.
Il fatto smascherato da “Le Iene” – (lo ripetiamo- ancora tutto da “accertare” nelle opportune sedi)- ci scandalizza, ma mica tanto! Certo, ci turba perché riguarda anche la nostra Valle Caudina, ma, probabilmente per tanti di noi, è un “deja vu” in tante Università, in tanti ambienti di lavoro, in tanti (e disparati) contesti sociali. “Se sei carina con me…” è una frase fatta, un luogo comune da rivolgere soprattutto a donne giovani ed inesperte, – quelle “ambiziose”, eppur “deboli”, perché è più facile mostrare “potere” a chi non sa reagire ai ricatti come si dovrebbe.
Purtroppo capita, capita mentre noi facciamo finta che non sia così. Capita anche, a volte, che giovani donne siano disposte ad essere carine con il prepotente di turno, accaparrandosi, in cambio, posizioni che spetterebbero a persone con ben altri meriti. Capita, poi, che si dica “no”, che non si ceda, che si denunci tutto agli inquirenti.
Questa vicenda, per quanto non “rara”, è comunque spiacevole è drammatica. Lo è perché queste cose succedono. Lo è, poi, in maniera particolare in Valle Caudina, perché qui bisogna combattere da subito il pericolo che, nell’immaginario collettivo, certi “scambi di favore” siano considerati all’ordine del giorno in quell’Ateneo; lo è senz’altro per tutte le studentesse (almeno le più carine, si sa che le malignità non riguardano le brutte!), sulle quali, magari proprio ingiustamente, penderà il sospetto che siano state “carine” con qualcuno.
Lo è, dunque, perché lo “squallore” potrebbe non riguardare solo i “fatti”, ma anche i pettegolezzi da stroncare sul nascere.

Rosaria Ruggiero
gentedistratta.it