Valle Caudina: il rilancio della Città caudina, dubbi e riserve
Il presidente della città caudina Pasquale Pisano ha contestato con una nota un nostro articolo che definisce “flop” la prima seduta della giunta esecutiva. L’intervento è un segnale positivo, perché il presidente rompe l’assordante silenzio dei predecessori e poi ci fa sapere che finalmente si sta“lavorando alacremente per il rilancio” delle funzioni e del ruolo propri dell’Ente. Pisano, inoltre, aggiunge, a prova della sua alacrità, che ha “iniziato a distribuire le deleghe” e che si appresta a sollecitare “il versamento delle quote di adesione”ai comuni con le quali ritiene di poter “agire con più incisività”.
Per altra via, invece, ci è arrivata una novità politicamente rilevante che riguarda la preparazione, a opera di tecnici volontari, di un “Piano strategico” destinato a regolare ogni scelta della futura città caudina. Restano, sotto tale versante, dubbi e riserve sull’attivismo di Pisano, che rischia di ridursi a un elenco di buone intenzioni, che non solo potrebbero non bastare al rilancio dell’Ente, ma che potrebbero rivelarsi fatali all’esito della operazione per oggettivi limiti di impostazione.
Al presidente Pisano vien fatto di porre qualche domanda, per sapere, a cosa serva la distribuzione delle deleghe ai sindaci senza aver fornito indicazioni sugli obbiettivi che ciascun assessore deve perseguire, lasciando così libero ogni delegato di sbizzarrirsi in iniziative pure lodevoli, ma non funzionali al progetto della città in costruzione. E se non ritenga che equivalga a una dichiarazione di incapacità a governare la decisione di far proprio un Piano strategico, destinato a essere la bibbia del futuro assetto operativo ed organizzativo, del quale, però, Presidente, Giunta ed Assemblea generale rinuncino a dare indicazioni di massima sul modello della futura città che si vuole costruire.
Di organi di governo che non sappiano assumersi responsabilità e che rinuncino alle scelte politiche primarie di propria competenza non c’è proprio bisogno e giustificano riserve e dubbi sulle sorti della città caudina. La smentita a tanto pessimismo può arrivare solo dai fatti.
Alfredo Marro