Valle Caudina: sabato nasce una nuova speranza a 11 anni esatti dal varo dell’unione dei comuni

Redazione
Valle Caudina: sabato nasce una nuova speranza a 11 anni esatti dal varo dell’unione dei comuni

Valle Caudina: sabato nasce una nuova speranza a 11 anni esatti dal varo dell’unione dei comuni. Undici anni fa c’ero anche io. Per una fortunata coincidenza, facendo i debiti scongiuri, il dossier per la presentazione della Città Caudina a capitale della cultura italiana 2028, avverrà  lo stesso giorno, sabato 4 ottobre, in cui nel 2014 nacque l’Unione dei comuni della Città Caudina.

Non solo lo stesso giorno ma anche nella stessa sede, ossia, il museo nazionale del Sannio Caudino a Montesarchio.

Quel giorno di undici anni fa, davanti all’allora segretario comunale di Montesarchio, Cosimo Francesca, sottoscrissero il patto solo nove comuni. Precisamente, cinque in provincia di Benevento, Montesarchio, Airola, Bonea, Pannarano e Moiano e quattro in provincia di Avellino, Cervinara, San Martino, Rotondi e Roccabascerana.

Poi nel corso degli anni si sono aggiunti anche quelli rimasti fuori per completare geograficamente l’intera Valle Caudina.

Quel giorno si respirava aria di speranza. Finalmente, le nostre piccole e inutili appartenenze sembravano volersi federare. Mettersi insieme per affrontare una idea di futuro, una voglia di riscatto, per disegnare la nascita di una nuova comunità.

All’epoca scrissi che si respirava aria di costituente. Fui più che ottimista, forse, mi comportai da vero e proprio sognatore. Ed i sogni, come titola un famoso romanzo di Indro Montanelli, muoiono all’alba. Da allora, da quel quattro ottobre del 2014 ho dovuto raccontare tante disillusioni, mille sconfitte sul fronte delle infrastrutture, dei servizi e dello sviluppo.

Il calo demografico che sta trasformando i nostri comuni in paesi fantasmi, la mancanza di lavoro e soprattutto lo sfruttamento del lavoro nero. E poi, come sempre, la criminalità organizzata o meno che soffoca tutte le iniziative.

Certo sono caratteristiche che riguardano l’intero meridione ma, chi sa, forse, se avessimo avuto unità di intenti non ci saremo almeno fatti mortificare come è avvenuto per la ferrovia.

Detto questo, riconosciute anche le mie colpe da giornalista, sabato potrebbe nascere davvero una nuova speranza. Ed è un qualcosa di cui abbiamo estremamente bisogno,

A differenza del 4 ottobre del 2014, la candidatura a capitale della cultura nasce dal basso. Sono state già coinvolte tutte le associazioni ed ora lo si farà ancora di più.

Undici anni dopo, sotto l’egida di San Francesco di Assisi, può prendere forma una nuova idea, un nuovo modo di pensare alla nostra terra. Tutto dipende anche da ognuno di noi perché le speranze si alimentano solo con i battiti dei cuori. Quando poi, tutti i cuori battono all’unisono nessuna meta è irraggiungibile.

Peppino Vaccariello