Valle Caudina, scuola: per Luigi non c’è un banco

Il Caudino
Valle Caudina, scuola: per Luigi non c’è un banco

Luigi ha otto anni. E’ un bambino intelligente e curioso. Luigi ama il calcio e giocare con i ragazzi della sua età. Luigi è affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne (Dmd). Ricordate questa estate quando tanti personaggi famosi si facevano i bagni di ghiaccio? Beh, quella moda serviva per raccogliere fondi per questa malattia. Quella “moda” Luigi la vive addosso.
Oggi non parliamo di lui per la sua situazione, ma per una cosa ancora più grave se è possibile. Luigi frequenta la terza elementare ad Arpaia. In quell’istituto tutti i ragazzi hanno un banco; le maestre la cattedra; i bidelli il loro posto; gli amministrativi le loro scrivanie. Ebbene per Luigi non c’è un banco adatto. La prova? La foto che vedete pubblicata in pagina che la madre, Anna Clemente, ha deciso di diffondere sul proprio profilo Facebook. “Sono tre anni – ci spiega Anna – che lottiamo con la scuola statale di Arpaia per far riconoscere a Luigi qualche suo diritto”. Ora il racconto di Anna diventa amaro: “Alla fine non siamo riusciti neppure ad avere un semplice maniglione nel bagno”.
Le chiediamo il perché della foto: “Stamattina dopo due settimane che Luigi è stato ricoverato per controlli a Bologna nell’istituto, nessun cambiamento mio figlio sempre più emarginato dagli altri e costretto a sedersi dietro la cattedra per la mancanza di un banchetto adatto a lui”. Pesate bene la parole di una madre: in una scuola pubblica “mio figlio sempre più emarginato”. Anna, allora, decide di riportarlo a casa:”E’ un bambino intelligente che purtroppo riesce a capire tutte le difficoltà che la vita gli offre”.
E qui abbassa gli occhi. Che scuola è quella che “emargina” un bambino in difficoltà? Secondo la burocrazia, a quanto abbiamo capito, dovrebbe essere il Comune di Arpaia a fornire le attrezzature: perché non lo fa? Non ci sono i soldi? Davvero non si riesce a trovare una risorsa per aiutare questo ragazzino a vivere il suo diritto essenziale: essere tra i proprio compagni di classe. E il dirigente della scuola che fa? E’ andato a battere i pugni sulla scrivania del sindaco? Ma davvero, nel 2014, dobbiamo ancora leggere queste storie odiose?
Noi del Caudino aspettiamo una risposta. Se non la daranno arriveremo fino al ministero dell’Istruzione. Auspichiamo che il sindaco di Arpaia o il preside (o dirigente della scuola) ci contattino e ci spieghino che diavolo succede.
Ad Arpaia, il sindaco ha la sua scrivania, il prete il suo altare, il barista il suo bancone e i bambini i loro banchi. Luigi no.

Angelo Vaccariello