Valle Caudina: scuole chiuse e bambini in strada
Valle Caudina. I genitori hanno già le mani nei capelli. L’ultima campanella sta per suonare, dopo i saggi di fine anno, le scuole terminano domanai l’attività didattica e si presenta il problema di come impiegare il tempo di bambini e studenti, liberi da mattina a sera.
I più fortunati, che sono sempre di meno, hanno a disposizione campi estivi, piscine, attività sportive e perfezionamenti extrascolastici. Ma, le rette non sono certo “popolari” e, di conseguenza, si sceglie solo un periodo in cui i piccoli possono essere impegnati in queste attività.
Grazie a Dio c’è anche qualche parrocchia che si adopera per cercare di soddisfare le esigenze dei ragazzi, ma sono sempre di meno. Senza contare che si apre un vero e proprio divario sociale, tra chi può frequentare i campi estivi e chi è costretto a rimanere a casa.
A proposito, sarebbe interessante capire come queste iniziative se la cavino con il fisco, naturalmente, questo resta un mistero che nessuno vuole svelare, sopratutto gli organi deputati, a cominciare della guardia di finanza.
Per tornare ai genitori, sempre più spesso si rivolgono ai nonni, tocca a loro stare dietro ai ragazzi, cercare di capire cosa fanno e dove vanno. Poi arriverà il tempo delle ferie e mamma e papà potranno trascorrere, sotto l’ombrellone, in montagna o anche a casa un periodo con i loro figli. Purtroppo, oltre alle ristrettezze economiche, quello che manca di più oggi alle famiglie, è il tempo. D’altro canto, a differenza di appena un decennio fa, i ragazzi non possono essere lasciati per strada, i pericoli che correrebbero sono davvero troppi. In tutto questo, il progetto Scuole Aperte, che doveva aprire i plessi ad attività anche a luglio ed agosto, è rimasto nel cassetto.
Meglio così, in fondo, perchè sottrarre guadagni certi ai privati? E perchè mettere i bambini, tutti sullo stesso piano? Non sia mai, anzi, mettiamo sempre più paletti tra classi sociali