Violenza di genere: non è colpa della donna.
Violenza di genere: non è colpa della donna.
Una questione di rieducazione degli uomini e di consenso.
La violenza sul corpo femminile e le recenti notizie di cronaca relative alla cultura dello stupro hanno portato alla luce la necessità di un cambiamento radicale nel pensiero collettivo e nell’atteggiamento della società odierna. Non si tratta di svendere il proprio corpo, non si tratta di accontentarsi. Non si tratta di concentrarsi e puntare i riflettori sull’atteggiamento della donna che è vittima e non carnefice.
Se si investisse lo stesso impegno e tempo nella rieducazione degli uomini che si spende, invece, quando si cerca di insegnare alle donne quanto è opportuno bere, quanti compagni si può avere per essere definite “brave ragazze”, dove essere o chi evitare, e con la stessa violenza, si condannasse chi pensa che esistano provocazioni e atteggiamenti che deresponsabilizzano chi lo stupro lo commette, forse qualcosa nella mentalità comune cambierebbe.
Apprendere le emozioni
L’apprendimento del rispetto, dell’empatia, dell’uguaglianza di genere deve cominciare dalla tenera età: solo attraverso una generazione che comprende e pratica questi valori si può sperare di ridurre la brutalità. Comprendere l’importanza del consenso, che non è mai automatico e scontato, è il primo passo per la creazione di relazioni sane e rispettose. È la consapevolezza delle proprie emozioni e la capacità di gestirle in modo sano a promuovere relazioni basate sulla libertà e il benessere di entrambi i partner.
“Brevi interviste a uomini schifosi”
David Foster Wallace, famoso scrittore e saggista, ha affrontato il tema dello stupro in diverse opere. Nelle Brevi interviste a uomini schifosi, ha parlato delle sfumature della violenza sessuale e della necessità di una maggior consapevolezza sulla questione. Wallace sottolinea l’importanza di ascoltare le vittime e di capire le complesse dinamiche di potere che sono coinvolte in questi tragici eventi. La rieducazione dell’uomo dovrebbe pertanto promuovere una cultura in cui l’autonomia e la sicurezza delle donne siano prioritarie.
E’ ormai giunto il tempo di dire basta alla storia dell’ “attenta al lupo” e “occhi aperti e testa sulle spalle” .
Francesca Ricci, Teresa Vaccariello.