25 Aprile, l’Italia liberata dai partigiani ragazzini

La giovanissima età dei partigiani è qualcosa di commovente

Redazione
25 Aprile, l’Italia liberata dai partigiani ragazzini
25 Aprile, l'Italia liberata dai partigiani ragazzini

25 Aprile, l’Italia liberata dai partigiani ragazzini. C’è un dato che mi commuove e inorgoglisce quando si affronta il tema del 25 Aprile e della Resistenza in genere, la giovanissima età della stragrande maggioranza dei partigiani. Tina Anselmi era nata nel 1927, quindi, l’otto settembre del 1943 aveva solo sedici anni. Nilde Iotti era del 1920 e, quindi, di anni ne aveva 23 nel settembre del 1943.

Anche Giorgio Bocca era del 1920, come il nostro presidente Carlo Azeglio Ciampi,  mentre Pietro Ingrao era del 1915 ed il più giovane dei sette fratelli Cervi, Ettore, era nato nel 1921. Infine, ma non per ultimo, il nostro Luigi Gallo, nome di battaglia, Battista era nato nel 1919.

I ragazzini che liberarono l’Italia

Oggi sarebbero considerati solo poco più che ragazzini. Eppure quei ragazzini, figli di culture politiche diverse, riscattarono l’onore di un paese, lo liberarono dalle atrocità nazifasciste e misero le basi per una democrazia che trovarono il compimento nella nostra Costituzione, ricordiamolo sempre, Antifascista.

Non si può nascondere che la guerra partigiana fu fratricida e non si può non avere pietà per tutte le vittime. Ma dal settembre del 1943 e sino al 25 aprile del 1945, ci fu chi combatté per la parte giusta e chi scelse di difendere l’orrore e la dittatura. Quei ragazzini che salirono in montagna, con poche armi, nessun mezzo e solo tanto coraggio, insieme alle truppe alleate, ci hanno liberato. Hanno liberato anche chi, oggi non si dichiara  antifascista, ma può, liberamente, professare, senza alcun pericolo, le proprie idee.

Certo chi ha giurato sulla Costituzione Antifascista dovrebbe vivere con disagio questa sua condizione. Ma non vogliamo fare polemica con nessuno. A scanso di equivoci, come già ribadito molte volte, questo giornale ed il suo direttore sono fieramente antifascisti.

Oggi è una giornata di festa, festa per tutti gli italiani. Una festa che dobbiamo a quei ragazzi che salirono in montagna con un sogno nel cuore. Il sogno si è avverato, a costo della vita di tanti di loro. Tocca a noi difenderlo e preservarlo per le prossime generazioni. Viva il 25 Aprile e Viva l’Italia antifascista.

Peppino Vaccariello