27 i punti in Campania per il vaccino anticovid, De Luca attacca il governo sui cenoni

Redazione
27 i punti in Campania per il vaccino anticovid, De Luca attacca il governo sui cenoni
27 i punti in Campania per il vaccino anticovid, De Luca attacca il governo sui cenoni

27 i punti in Campania per il vaccino anticovid, De Luca attacca il governo sui cenoni. Saranno 294 i punti in tutta Italia in cui verranno somministrate le prime dosi di vaccino della Pfizer, ma solo 222 (che diventeranno 289 dal 7 gennaio) sono dotati di celle ‘Ult’ (Ultra-low temperature) per la conservazione delle dosi a bassissime temperature.

E 7 presidi ospedalieri,  5 in Liguria, uno nel Lazio e uno in Puglia, ne sono sprovvisti. I numeri sono contenuti in una delle tabelle che il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri ha presentato nel corso della riunione con le Regioni per l’approvazione del piano vaccini.

In base alla tabella, 7 sono i punti di somministrazione in Abruzzo, 5 in Basilicata, 6 in Calabria, 27 in Campania, 13 in Emilia Romagna, 5 in Friuli Venezia Giulia, 20 nel Lazio, 15 in Liguria, 65 in Lombardia, 7 nelle Marche, 2 in Molise, 8 in provincia di Bolzano, 2 in provincia di Trento, 28 in Piemonte, 11 in Puglia, 12 in Sardegna, 36 in Sicilia, 12 in Toscana, 4 in Umbria, 2 in Valle d’Aosta e 7 in Veneto.

Intanto, il presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, attacca il governo sui cenoni. Mi è capitato di ascoltare dichiarazioni di esponenti di governo secondo cui dobbiamo consentire in questi due o tre giorni alle persone anziane di andare in famiglia.

Non è un atto di generosità, è un atto di idiozia, di irresponsabilità. Se facciamo venire a casa nelle feste i nostri anziani, nella gran parte dei casi li condanniamo alle terapie intensive a gennaio”.

27 i punti in Campania per il vaccino anticovid, De Luca attacca il governo sui cenoni

Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: “Gli atti di amore consistono oggi nel tenerli tranquilli a casa e nel non portarli alle feste e ai cenoni, che sarebbero non atti di generosità ma di irresponsabilità verso i nostri anziani e i nostri cari”.