60enne insegue e minaccia l’ex moglie, finisce ai domiciliari
60enne insegue e minaccia l’ex moglie, finisce ai domiciliari. All’esito di attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, personale della Squadra Mobile della Questura di Benevento, nel pomeriggio odierno, ha dato esecuzione alla sostituzione della misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa con quella più afflittiva degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice monocratico del Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 63enne di Benevento, già gravemente indiziato del reato di maltrattamenti in famiglia.
Ulteriori indagini
Le ulteriori indagini venivano avviate a seguito di una nuova denuncia-querela sporta dalla parte offesa, la quale riferiva di essere stata avvicinata, inseguita e minacciata dall’ex marito che – di fatto – si era quindi reso responsabile della violazione del divieto di avvicinamento.
Alla luce di quanto sopra il Tribunale di Benevento, accogliendo la richiesta della Procura, emetteva il provvedimento applicativo della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico dell’indagato, aggravando la precedente misura, ritenendo la misura in atto non più idonea a salvaguardare le esigenze di tutela del caso concreto.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è allo stato imputato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.
Airola: scarcerato il boss Massimo Venosa
Il Tribunale di Sorveglianza, accogliendo l’ istanza dell’ avvocato Vittorio Fucci, ha scarcerato il boss Massimo Venosa, 46 anni di San Cipriano d’ Aversa, residente e domiciliato ad Airola, considerato elemento di spicco del Clan dei Casalesi, in particolare del gruppo Schiavone-Venosa.
10 anni di reclusione
Il Venosa era detenuto nel carcere di massimo di sicurezza di Sulmona, era stato arrestato il 24 febbraio del 2020 a seguito di una condanna definitiva a 10 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafiosa, traffico di stupefacenti ed una serie di estorsioni aggravate dal metodo mafioso.
Le indagini erano assistite da intercettazioni telefoniche, ambientali, da appostamenti e dalla collaborazione di alcuni pentiti, in particolare del boss pentito Raffaele Venosa, reggente pro-tempore del Clan dei Casalesi, che durante la collaborazione con la giustizia, delineava la figura del parente Massimo Venosa, come elemento di spicco del Clan dei Casalesi, che era il promotore di una serie di estorsioni e che gestiva intere piazze di spaccio, tra cui quella di Casale di Principe fino ad arrivare al Sannio.
Il maxi-blitz in cui fu coinvolto Massimo Venosa portò all’ arresto anche di Walter Schiavone, figlio del super-boss Francesco Schiavone alias “Sandokan”. Il Tribunale di Sorveglianza, accogliendo l’ istanza dell’ avvocato Vittorio Fucci, ha disposto la scarcerazione di Massimo Venosa, concedendogli gli arresti domiciliari in Airola.