Addio a Carlo, malore per la sorella ed il padre

Redazione
Addio a Carlo, malore per la sorella ed il padre
Addio a Carlo, malore per la sorella ed il padre

Addio a Carlo, malore per la sorella ed il padre. Il sole è caldo ed il cielo sereno, sembra primavera a località Crocevia di San Martino Valle Caudina. Ma le tante persone che sono arrivate e si trovavano fuori e dentro il Santuario Cittadino Santa Maria della Pace avevano il gelo nel cuore.

E’ il dolore che fa rabbrividire, è l’angoscia che sembra faccia spirare un vento gelido. C’è un sole caldo a Crocevia, un sole che non riesce ad asciugare le lacrime negli occhi. Oggi è l’ultimo dell’anno, c’è chi pensa al cenone, al divertimento, ad una lunga notte da vivere senza fiato sino all’alba.

Al Crocevia, al Santuario Cittadino Santa Maria della Pace si pensa a quanto la vita possa essere ingiusta. Si pensa ad un atroce destino che ha portato via, a 36 anni, un padre lavoratore Carlo Clemente.

Il dolore è così forte che alcuni suoi cari non  reggono all’emozione. In chiesa accusa un malore la sorella Carolina. Poi il padre Elio che tutti chiamano Severino. Per lui è necessario chiamare l’ambulanza del 118, ma poi si riprende e rifiuta il ricovero. Si farà accompagnare dopo la tumulazione in ospedale per gli accertamenti del caso.

Prima delle esequie, nell’ultima seduta dell’anno, il consiglio comunale di San Martino Valle Caudina, in forma di rispetto, ha osservato un minuto di silenzio, mentre, già per oggi, era stato proclamato il lutto cittadino per la durata delle esequie.

Carlo è morto mentre lavorava, mentre faticava. E’ caduto in un fosso e per lui non c’è stato nulla da fare. Con il suo lavoro Carlo sosteneva due famiglie e non poteva avere neanche un giorno libero perché le spese sono davvero tante.

Il sole caldo ed il cielo sereno hanno accompagnato il feretro sino al cimitero di Tufava Valle dove è stato tumulato. Ma il freddo non è andato via, le lacrime non sono state asciugate. L’ultimo dell’anno non è triste, è atroce soprattutto se devi dire addio d un ragazzo che è morto di lavoro.