Airola, i giovani del carcere incontrano il Papa

Il Caudino
Airola, i giovani del carcere incontrano il Papa

Resterà un ricordo indelebile nella loro mente l’incontro che undici giovani detenuti del carcere minorile di Airola hanno avuto con papa Francesco. Il colloquio è avvenuto ieri mattina, in un’assolata giornata primaverile, al termine della tradizionale udienza generale del mercoledì, in piazza San Pietro. Pochi minuti per incrociare il proprio sguardo con quello del Pontefice che, come da prassi, li ha salutati uno per uno, manifestando grande partecipazione ed interesse per la loro situazione. L’emozione è stata grande, ma i giovani detenuti hanno riassunto con la parola “speranza” il loro incontro con il papa argentino che certamente segnerà la loro esperienza in carcere.
A condividere con loro questo momento sono stati il cappellano don Liberato Maglione, che è anche parroco di Airola, il sindaco Michele Napoletano, reduce da una trasferta americana e dall’incontro con Bill De Blasio, il direttore del carcere Antonio Di Lauro. Presenti in Vaticano anche i magistrati, gli insegnanti ed i volontari che quotidianamente nell’istituto di pena minorile si occupano dell’educazione e della custodia dei ragazzi, puntando al loro reinserimento nella società.
Sono stati proprio il cappellano ed il sindaco a dare voce alla carica umana e spirituale ricevuta dai ragazzi reclusi dopo l’incontro con Francesco. “E’ stato un momento fortemente voluto, desiderato e atteso per trovare ancora più slancio nel percorso di conversione che segni anche un pieno recupero sociale”, ha detto don Liberato Maglione. Napoletano, invece, ha voluto sottolineare “il forte significato dell’incontro con il Papa, un grande avvenimento che per loro può costituire un punto di svolta”.
L’udienza generale di ieri è stata all’insegna dei giovani detenuti perché, oltre all’incontro con la struttura caudina, al papa è stata anche presentata una concreta iniziativa per il reinserimento dei giovani detenuti del carcere minorile romano di Rebibbia. A promuoverla è l’argentina Doris Melendez Quinonez, che presto aprirà un laboratorio di torrefazione di caffè per quattro detenuti e si occuperà poi della commercializzazione dei prodotti sul mercato italiano.
D’altronde non è la prima volta che il Santo Padre manifesta la sua attenzione al mondo carcerario minorile. Si ricorderà infatti che lo scorso anno, in occasione del Giovedì Santo, il Papa si recò nel carcere minorile di Ponte Galeria per presiedere il rito della Lavanda dei Piedi con 12 giovani reclusi, di diverse nazionalità e religioni. Un impegno intenso e profondo perché per il Papa “anche Dio è un carcerato, non rimane fuori dalla cella” come ebbe a dire il 23 ottobre scorso, affrontando il tema dell’emergenza carceri, parlando a braccio davanti ai circa 200 partecipanti al Convegno nazionale dei cappellani delle carceri italiane.
(nella foto il sindaco di Airola saluta il Papa)

Pellegrino Giornale