Airola: scuole chiuse, alcuni genitori ricorrono al Tar
Airola: scuole chiuse, alcuni genitori ricorrono al Tar. Lo fa sapere Michele Napoletano in una nota pubblica su Facebook. Ecco il testo completo.
Il Comune di Airola informa la cittadinanza di come un gruppo di genitori, rappresentato dall’avvocato Nicola Maglione, abbia proposto ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Campania chiedendo l’annullamento delle ordinanze sindacali numero 20, 21 e 22 rispettivamente delle date 6 Aprile, 12 Aprile e 18 Aprile 2021.
Airola: scuole chiuse, alcuni genitori ricorrono al Tar
Si tratta delle ordinanze con le quali il sindaco di Airola aveva provveduto, a più riprese, a sospendere la attività didattiche in presenza al cospetto dell’aumento dei contagi da Covid 19.
Il Comune di Airola, che ha ricevuto nella giornata odierna la notifica dell’atto, attende con fiducia le decisioni che saranno partorite dal primo grado della giurisdizione amministrativa.
Il Comune di Airola, altresì, ritiene di avere operato al fine di tutelare la pubblica salute e la sicurezza della Comunità.
Tanti nuovi casi
Si precisa solo che nello spazio temporale intercorso tra il 12 Aprile ed il 20 Aprile si sia avuta notizia di circa 48 nuovi casi, essendosi passati da 55 a 103 attuali positivi. I nuovi casi non hanno risparmiato adolescenti e bambini, con il numero di nuovi contagi che, purtroppo, sembra destinato ad una ulteriore crescita.
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Gli studenti scrivono a Napoletano
Egregio Sig.re Sindaco Michele Napoletano,
confrontandomi con altri miei coetanei vorremmo farle presente la nostra preoccupazione riguardo il rientro in presenza. Riteniamo che non sia cambiato nulla rispetto ad ottobre sia dal punto di vista degli spazi sia dal punto di vista del distanziamento, il Ministero della Salute prevede che ove possibile il distanziamento sia portato a due metri, non è cambiato niente anche dal punto di vista di tracciamento e di trasporti. Quindi dal punto di vista esterno non è cambiato nulla rispetto ad ottobre. Il virologo Fabrizio Pregliasco dell’università Statale di Milano, intervenuto su Rai3, ha detto che non tanto i piccolini, ma gli adolescenti e la fascia giovanile sono colpiti dalla variante inglese, in modo più ampio e con forme asintomatiche, quindi difficili da individuare senza uno screening. I nostri genitori inoltre sono molto preoccupati poiché non a tutti è permesso lo smart-working, quindi una possibile quarantena in caso di una positività in classe non sarebbe l’ideale. Con il ritorno a scuola, le classi più numerose come la mia, sarebbero divise: metà dei ragazzi sarebbe in classe e metà a casa: chi propone questo non ha chiaramente idea alcuna di cosa stia parlando. Per mesi i pedagogisti hanno ripetuto fino allo sfinimento che la didattica a distanza e quella in presenza impongono la ricezione e l’attuazione di due paradigmi radicalmente diversi. La didattica 50-50 semplicemente non funziona: colloca gli studenti in una condizione di disparità di accesso alla didattica, a cui il docente realisticamente non puo’ far fronte.
Ribadisco che i nostri timori sono sinceri, la paura è tanta.
Grazie per l’attenzione e buona serata,
Giulia Monetti, Mariangela Girardi, Grazia Allegretto, Angelica Buonanno, Gaia Izzo, Miriam Rossi, Aurora Somma, Rosa Pia Grieco, Fabiana Massaro, Angela Michela Vigliotti, Palma Massaro e altri tanti studenti italiani preoccupati.