Amarcord, 30 maggio 1979: 40 anni fa a Cervinara la gara con l’Avellino
Amarcord. Un pomeriggio di quarant’anni fa per una prestigiosa amichevole impressa nella memoria collettiva. L’Avellino aveva appena conquistato la prima salvezza in A, al termine del rocambolesco pareggio esterno con la Juventus (3-3). Il 27 maggio 1979 s’era chiuso il III Festival Provinciale FGCI a Cervinara, con comizio di Nando Adornato e concerto finale di Pino Daniele al campo sportivo. Quella domenica il Cervinara giocò in amichevole ad Acerra; l’Avellino partecipò a Napoli al torneo internazionale organizzato da Sport Sud, con Bayern Monaco, Manchester City e Napoli. Dopo due stagioni in Promozione, al termine di un’annata sofferta, il Cervinara era retrocesso e s’apprestava a far ritorno in Prima Categoria.
Già nel gennaio 1975 l’Avellino di Tony Giammarinaro, allora in B, aveva giocato a Cervinara in un pomeriggio freddissimo, incontrando – in vista della gara di Palermo – la squadra allenata da Forgione in Prima Categoria. Reduci di quella gara fra i cervinaresi il portiere Armando Luongo e Nonnò Starace, andato in rete per il gol della bandiera nell’1 a 4 finale. Nessun reduce fra gli irpini: solo Gian Filippo Reali, acquistato dagli irpini proprio nel 1974, era sceso in campo nel gennaio 1975. Vicecapitano in A, non giocò l’amichevole del 1979e, poi, venne ceduto all’Atalanta da Sibilia contro la sua volontà.
L’amichevole si giocò il 30 maggio 1979. I calciatori dell’Avellino visitarono la casa comunale e fecero qualche foto nel giardino di don Roberto Cioffi. Molti preferirono andare al campo sportivo a piedi: c’è chi ricorda il gigante Cattaneo con un bimbo sulle spalle. Il servizio fotografico fu realizzato da Raffaele Taddeo, accreditato per le gare interne dell’Avellino, poi emigrato a Montreal; sul web si trovano foto di Pierino Picca e di Mariolino Picca, in campo col n. 7 del Cervinara. Gremito lo stadio, che aveva solo la tribuna centrale ed era stato dotato da poco di impianto d’illuminazione. Alcuni tifosi videro la gara da bordo campo o arrampicati sui muri di cinta. Molte le ragazze e i ragazzini sugli spalti.
L’atmosfera era unica, per certi versi irripetibile
L’Avellino, in tenuta e calzettoni verdi, pantaloncini bianchi col numero impresso a sinistra. In campo anche Pasquale Casale, premiato con una targa ricordo: aveva giocato una decina di partite in A, esordendo nella gara interna col Verona, prima vittoria dei lupi in serie A, e propiziando poi il goal decisivo col Vicenza (che gli almanacchi riportano come autorete del libero berico Giorgio Carrera). Il Cervinara scese in campo in maglia viola, pantaloncini bianchi e calzettoni verdi. Parità (2-2) alla fine del primo tempo: Enzino De Santis si scatenò e, in due minuti, trafisse per due volte Piotti (la seconda con un pregevole pallonetto), ribaltando l’iniziale svantaggio maturato per il gol di Piga. Beruatto faceva su e giù sulla fascia sinistra, sembrava indiavolato. Alla fine del primo tempo pareggiò Gil De Ponti. Nella ripresa Rino Marchesi fece entrare tutti i giocatori della panchina; nel Cervinara giocarono il mitico Joe Pizza e Gennaro Falzarano, giovanissimo e, poi, a lungo bandiera della squadra. L’Avellino dilagò per le reti di Tacchi, Casale su rigore, Tosetto e Galasso. Quando Casale si presentò sul dischetto, il portiere Renato Olimpio, paracadutista, gli strinse la mano prima e dopo l’esecuzione. Uno dei protagonisti della gara, Peppino Valente, ha ricordato: “Io giocavo terzino sinistro col n. 3, ebbi uno scontro con Romano sulla fascia a metà campo proprio sotto la tribuna, per la gioia del pubblico femminile: Romano era l’idolo delle donne, non solo in Irpinia. Ricordo, con nostalgia, la classe e l’eleganza di capitan Lombardi e la presenza soddisfatta a bordo campo dei due Commendatori, don Roberto e Antonio Sibilia”. Enzino De Santis fu il mattatore della gara: “Giocammo una ventina di giorni prima del mio esame di maturità. Ho ancora qualche foto della squadra di quella amichevole (che pubblichiamo, N.d.R.), che fu organizzata per festeggiare la salvezza dell’Avellino al primo campionato di serie A … Noi purtroppo eravamo retrocessi dalla Promozione alla Prima categoria; ci allenava Tonino Lengua”. Calcio epico, davvero altri tempi (Massimo Zullo).